Page 1306 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Misericordia de' Fiorentini, di San Giovanni Dicollato sotto il Campidoglio in
Roma, cioè nella seconda chiesa, dove si ragunano, una storia di detto San
Giovanni Battista, cioè quando l'Angelo nel tempio appare a Zaccheria;
feciono i medesimi sotto quella fare da Francesco un'altra storia del
medesimo Santo, cioè quando la Nostra Donna visita Santa Lisabetta; la
quale opera, che fu finita l'anno 1538, condusse in fresco di maniera,
ch'ella è fra le più graziose e meglio intese pitture che Francesco facesse
mai, da essere annoverata nell'invenzione, nel componimento della storia e
nell'osservanza et ordine del diminuire le figure con regola, nella
prospettiva et architettura de' casamenti, negl'ignudi, ne' vestiti, nella
grazia delle teste et in somma in tutte le parti, onde non è maraviglia se
tutta Roma ne restò ammirata.
Intorno a una finestra fece alcune capricciose bizzarrie finte di marmo et
alcune storiette, che hanno grazia maravigliosa; e perché non perdeva
Francesco punto di tempo, mentre lavorò quest'opera, fece molte altre
cose e disegni e colorì un Fetonte con i cavalli del sole, che aveva
disegnato Michelagnolo. Le quali tutte cose mostrò il Salviati a Giorgio, che
dopo la morte del duca Alessandro era andato a Roma per due mesi,
dicendogli che finito che avesse un quadro d'un San Giovanni giovinetto,
che faceva al cardinale Salviati suo signore, et una Passione di Cristo in
tele, che s'aveva a mandare in Ispagna, et un quadro di Nostra Donna, che
faceva a Raffaello Acciaiuoli, voleva dare di volta a Fiorenza a rivedere la
patria, i parenti e gl'amici, essendo anco vivo il padre e la madre, ai quali
fu sempre di grandissimo aiuto e massimamente in allogare due sue
sorelle, una delle quali fu maritata e l'altra è monaca nel monasterio di
Monte Domini. Venendo dunque a Firenze, dove fu con molta festa ricevuto
dai parenti e dagl'amici, s'abbatté a punto a esservi quando si faceva
l'apparato per le nozze del duca Cosimo e della signora donna Leonora di
Tolledo. Per che, essendogli data a fare una delle già dette storie che si
feciono nel cortile, l'accettò molto volentieri: che fu quella dove
l'Imperatore mette la corona ducale in capo al duca Cosimo. Ma venendo
voglia a Francesco, prima che l'avesse finita, d'andare a Vinezia, la lasciò a
Carlo Portegli da Loro, che la finì secondo il disegno di Francesco; il quale
disegno, con molti altri del medesimo, è nel nostro libro.
Partito Francesco di Firenze e condottosi a Bologna vi trovò Giorgio Vasari,
che di due giorni era tornato da Camaldoli, dove aveva finito le due tavole
che sono nel tramezzo della chiesa e cominciata quella dell'altare
maggiore, e dava ordine di fare tre tavole grandi per lo refettorio de' padri
di San Michele in Bosco, dove tenne seco Francesco due giorni. Nel qual
tempo fecero opera alcuni amici suoi che gli fusse allogata una tavola, che
avevano da far fare gl'uomini dello spedale della Morte, ma con tutto che il