Page 1307 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Salviati ne facesse un bellissimo disegno, quegl'uomini, come poco
intendenti, non seppono conoscere l'occasione che loro aveva mandata
Messer Domenedio di potere avere un'opera di mano d'un valentuomo in
Bologna. Per che, partendosi Francesco quasi sdegnato, lasciò in mano di

Girolamo Fagiuoli alcuni disegni molto begli perché gl'intagliasse in rame e
gli facesse stampare. E giunto in Vinezia, fu raccolto cortesemente dal
patriarca Grimani e da Messer Vettor suo fratello, che gli fecero infinite
carezze. Al quale patriarca, dopo pochi giorni fece a olio in uno ottangolo di

quattro braccia una bellissima Psiche alla quale, come a dea, per le sue
bellezze sono offerti incensi e voti; il quale ottangolo fu posto in un salotto
della casa di quel signore, dove è un palco nel cui mezzo girano alcuni
festoni fatti da Camillo Mantovano, pittore in fare paesi, fiori, frondi, frutti,

et altre sì fatte cose eccellente; fu posto dico il detto ottangolo in mezzo di
quattro quadri di braccia due e mezzo l'uno, fatti di storie della medesima
Psiche, come si disse nella vita del Genga, da Francesco da Furlì. Il quale
ottangolo è non solo più bello senza comparazione di detti quattro quadri,

ma la più bell'opera di pittura che sia in tutta Vinezia. Dopo fece in una
camera, dove Giovanni Ricamatore da Udine aveva fatto molte cose di
stucchi, alcune figurette a fresco ignude e vestite, che sono molto graziose;
parimente in una tavola che fece alle monache del Corpus Domini in

Vinezia, dipinse con molta diligenza un Cristo morto con le Marie et un
Angelo in aria che ha i misterii della Passione in mano.

Fece il ritratto di Messer Pietro Aretino, che come cosa rara fu da quel
poeta mandato al re Francesco con alcuni versi in lode di chi l'aveva
dipinto. Alle monache di Santa Cristina di Bologna dell'Ordine di Camaldoli
dipinse il medesimo Salviati, pregato da don Giovanfrancesco da Bagno

loro confessore, una tavola con molte figure, che è nella chiesa di quel
monasterio, veramente bellissima. Essendo poi venuto a fastidio il vivere di
Vinezia a Francesco, come a colui che si ricordava di quel di Roma, e
parendogli che quella stanza non fusse per gl'uomini del disegno se ne

partì per tornare a Roma. E dato una giravolta da Verona e da Mantova,
veggendo in una quelle molte antichità che vi sono e nell'altra l'opere di
Giulio Romano, per la via di Romagna se ne tornò a Roma e vi giunse
l'anno 1541. Quivi posatosi alquanto, le prime opere che fece furono il

ritratto di Messer Giovanni Gaddi e quello di Messer Anniballe Caro suoi
amicissimi, e quelli finiti fece per la cappella de' cherici di camera nel
palazzo del papa una molto bella tavola, e nella chiesa de' tedeschi
cominciò una cappella a fresco per un mercatante di quella nazione,

facendo di sopra nella volta degl'Apostoli che ricevono lo Spirito Santo, et
in un quadro che è nel mezzo alto Gesù Cristo che risuscita, con i soldati
tramortiti intorno al sepolcro in diverse attitudini, e che scortano con
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