Page 1312 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mangia il verno, con molte imprese e figurine a tempera, et un bellissimo
scrittoio che risponde sopra la camera verde. Ritrasse similmente alcuni de'
figliuoli del Duca, et un anno per carnovale fece nella sala grande la scena
e prospettiva d'una comedia, che si recitò, con tanta bellezza e diversa

maniera da quelle che erano state fatte in Fiorenza insino allora, che ella
fu giudicata superiore a tutte. Né di questo è da maravigliarsi, essendo
verissimo che Francesco in tutte le sue cose fu sempre di gran giudizio,
vario e copioso d'invenzione, e che, più, possedeva le cose del disegno et

aveva più bella maniera che qualunche altro fusse allora a Fiorenza et i
colori maneggiava con molta pratica e vaghezza. Fece ancora la testa o
vero ritratto del signor Giovanni de' Medici, padre del duca Cosimo, che fu
bellissima, la quale è oggi nella guardaroba di detto signor Duca. A

Cristofano Rinieri, suo amicissimo, fece un quadro di Nostra Donna molto
bello che è oggi nell'udienza della decima; a Ridolfo Landi fece in un
quadro una Carità, che non può esser più bella, et a Simon Corsi fece
similmente un quadro di Nostra Donna, che fu molto lodato; a Messer

Donato Acciaioli cavalier di Rodi, col quale tenne sempre singular
dimestichezza, fece certi quadretti, che sono bellissimi. Dipinse similmente
in una tavola un Cristo che mostra a San Tomaso, il quale non credeva che
fusse nuovamente risuscitato, i luoghi delle piaghe e ferite che aveva

ricevute dai giudei, la quale tavola fu da Tomaso Guadagni condotta in
Francia e posta in una chiesa di Lione alla capella de' Fiorentini. Fece
parimente Francesco a riquisizione del detto Cristofano Rinieri e di maestro
Giovanni Rosto, arazziere fiamingo, tutta la storia di Tarquinio e Lucrezia

romana in molti cartoni, che essendo poi messi in opera di panni d'arazzo
fatti d'oro, di seta e filaticci, riuscì opera maravigliosa. La qual cosa
intendendo il Duca, che allora faceva fare panni similmente d'arazzo al
detto maestro Giovanni in Fiorenza per la sala de' Dugento tutti d'oro e di

seta, et aveva fatto far cartoni delle storie di Ioseffo ebreo al Bronzino et al
Pontormo, come s'è detto, volle che anco Francesco ne facesse un cartone,
che fu quello dell'interpretazione delle sette vacche grasse e magre. Nel
quale cartone, dico, mise Francesco tutta quella diligenza che in simile

opera si può maggiore e che hanno di bisogno le pitture che si tessono:
invenzioni capricciose, componimenti varii vogliono aver le figure, che
spicchino l'una dall'altra, perché abbiano rilievo e venghino allegre ne'
colori, ricche nelli abiti e vestiri. Dove essendo poi questo panno e gli altri

riusciti bene, si risolvé sua eccellenza di mettere l'arte in Fiorenza e la fece
insegnare a alcuni putti, i quali cresciuti fanno ora opere eccellentissime
per questo Duca.

Fece anco un bellissimo quadro di Nostra Donna pur a olio, che è oggi in
camera di Messer Alessandro figliuolo di Messer Ottaviano de' Medici. Al
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