Page 1319 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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storie della sala e datone due a Taddeo Zucchero da Sant'Agnolo, una a
Livio da Forlì, un'altra a Orazio da Bologna, una a Girolamo Sermoneta, e
l'altre ad altri; la qual cosa avisando Francesco a Giorgio e dimandando se
era bene che seguitasse quella che avea cominciata, gli fu risposto che
sarebbe stato ben fatto, dopo tanti disegni piccoli e cartoni grandi, che
n'avesse finita una; nonostante che a tanti da molto meno di lui fusse stata
allogata la maggior parte, e che facesse sforzo d'avicinarsi con l'operare,
quanto potesse il più, alle pitture della facciata e volta del Buonarroto nella
capella di Sisto et a quelle della Paulina, perciò che veduta che fusse stata
la sua, si sarebbono l'altre mandate a terra e tutte con sua molta gloria
allogate a lui; avvertendolo a non curarsi né d'utile, né di danari, o
dispiacere che gli fusse fatto da chi governava quell'opera; però che troppo
più importa l'onore, che qualunche altra cosa. Delle quali tutte lettere e
proposte e risposte, ne sono le copie e gl'originali fra quelle che tenghiamo
noi per memoria di tant'uomo, nostro amicissimo, e per quelle che di
nostra mano deono essere state fra le sue cose ritrovate. Stando Francesco
dopo queste cose sdegnato e non ben risoluto di quello che fare volesse,
afflitto dell'animo, malsano del corpo et indebolito da continuo medicarsi,
si amalò finalmente del male della morte, che in poco tempo il condusse
all'estremo, senza avergli dato tempo di potere disporre delle sue cose
interamente. A un suo creato chiamato Annibale, figliuolo di Nanni di
Baccio Bigio, lasciò scudi sessanta l'anno in sul Monte delle Farine,
quattordici quadri e tutti i disegni et altre cose dell'arte; il resto delle sue
cose lasciò a suor Gabriella sua sorella monaca, ancor che io intenda che
ella non ebbe, come si dice, del sacco le corde; tuttavia le dovette venire
in mano un quadro dipinto sopra tela d'argento con un ricamo intorno, il
quale aveva fatto per lo Re di Portogallo o di Polonia, che e' si fusse, e lo
lasciò a lei, acciò il tenesse per memoria di lui. Tutte l'altre cose, cioè
gl'ufficii che aveva dopo intolerabili fatiche comperati, tutti si perderono.
Morì Francesco il giorno di San Martino a' dì 11 di novembre l'anno 1563, e
fu sepolto in San Ieronimo, chiesa vicina alla casa dove abitava. Fu la
morte di Francesco di grandissimo danno e perdita all'arte, perché se bene
aveva cinquantaquattro anni et era malsano, ad ogni modo continuamente
studiava e lavorava, et in questo ultimo s'era dato a lavorare di musaico, e
si vede che era capriccioso et avrebbe voluto far molte cose, e s'egli
avesse trovato un principe che avesse conosciuto il suo umore e datogli da
far lavori secondo il suo capriccio, avrebbe fatto cose maravigliose, perché
era, come abbiam detto, ricco, abondante e copiosissimo nell'invenzione di
tutte le cose et universale in tutte le parti della pittura. Dava alle sue
teste, di tutte le maniere, bellissima grazia, e possedeva gli ignudi bene
quanto altro pittore de' tempi suoi; ebbe nel fare de' panni una molto