Page 1322 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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bene uomo di lui.
Fu allievo di Francesco Salviati Giuseppo Porta da Castel Nuovo della
Garfagnana, che fu chiamato anch'egli per rispetto del suo maestro,
Giuseppo Salviati. Costui giovanetto, l'anno 1535 essendo stato condotto in
Roma da un suo zio, segretario di monsignor Onofrio Bartolini arcivescovo
di Pisa, fu acconcio col Salviati, appresso al quale imparò in poco tempo,
non pure a disegnare benissimo, ma ancora a colorire ottimamente.
Andato poi col suo maestro a Vinezia, vi prese tante pratiche di
gentiluomini, che essendovi da lui lasciato fece conto di volere che quella
città fusse sua patria, e così presovi moglie, vi si è stato sempre et ha
lavorato in pochi altri luoghi che a Vinezia. In sul campo di S. Stefano
dipinse già la facciata della casa de' Loredani di storie colorite a fresco
molto vagamente, e fatte con bella maniera; dipinse similmente a San Polo
quella de' Bernardi, et un'altra dietro a San Rocco, che è opera bonissima.
Tre altre facciate di chiaro scuro ha fatto molto grandi, piene di varie
storie: una a San Moisè, la seconda a San Cassiano e la terza a Santa
Maria Zebenigo. Ha dipinto similmente a fresco in un luogo detto Treville,
appresso Trevisi, tutto il palazzo de' Priuli, fabrica ricca e grandissima,
dentro e fuori, della quale fabrica si parlerà a luogo nella vita del
Sansovino. A Pieve di Sacco ha fatto una facciata molto bella et a
Bagnuolo, luogo de' frati di Santo Spirito di Vinezia, ha dipinto una tavola a
olio, et ai medesimi padri ha fatto nel convento di Santo Spirito il palco, o
vero soffittato del loro refettorio, con uno spartimento pieno di quadri
dipinti, e nella testa principale un bellissimo cenacolo. Nel palazzo di San
Marco ha dipinto nella sala del doge le sibille, i profeti, le virtù cardinali e
Cristo con le Marie, che gli sono state infinitamente lodate. E nella già
detta libraria di San Marco, fece due storie grandi, a concorrenza degli altri
pittori di Vinezia, de' quali si è ragionato di sopra. Essendo chiamato a
Roma dal cardinale Emulio, dopo la morte di Francesco, finì una delle
maggiori storie che sieno nella detta sala dei re, e ne cominciò un'altra, e
dopo essendo morto papa Pio Quarto, se ne tornò a Venezia, dove gli ha
dato la Signoria a dipignere in palazzo un palco pieno di quadri a olio, il
quale è a sommo delle scale nuove. Il medesimo ha dipinto sei molto belle
tavole a olio: una in San Francesco della Vigna, all'altare della Madonna; la
seconda nella chiesa de' Servi all'altar maggiore; la terza ne' fra' minori; la
quarta nella Madonna dell'Orto; la quinta a San Zacaria e la sesta a San
Moisè, e due n'ha fatto a Murano, che sono belle e fatte con molta
diligenza e bella maniera.
Di questa Giuseppe, il quale ancor vive e si fa eccellentissimo, non dico
altro per ora, se non che, oltre alla pittura, attende con molto studio alla
geometria, e di sua mano è la voluta del capitel ionico che oggi mostra in