Page 1324 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI DANIELLO RICCIARELLI DA VOLTERRA PITTORE E
SCULTORE
Avendo Daniello quando era giovanetto imparato alquanto a disegnare da
Giovanni Antonio Soddoma, il quale andò a fare in quel tempo alcuni lavori
in quella città, partito che si fu, fece esso Daniello molto migliore e
maggiore acquisto sotto Baldassarre Peruzzi che sotto la disciplina di esso
Soddoma fatto non aveva. Ma per vero dire, con tutto ciò, non fece per
allora gran riuscita, e questo perciò che quanto metteva fatica e studio,
spinto da una gran voglia in cercando d'apparare, altre tanto all'incontro il
serviva poco l'ingegno e la mano. Onde nelle sue prime opere che fece in
Volterra si conosce una grandissima, anzi infinita fatica, ma non già
principio di bella e gran maniera, né vaghezza, né grazia, né invenzione,
come si è veduto a buon'ora in molti altri che sono nati per essere
dipintori, i quali hanno mostro anco ne' primi principii, facilità, fierezza e
saggio di qualche buona maniera. Anzi le prime cose di costui mostrano
essere state fatte veramente da un malinconico, essendo piene di stento e
condotte con molta pazienza e lunghezza di tempo.
Ma venendo alle sue opere, per lasciar quelle delle quali non è da far
conto, fece nella sua giovanezza in Volterra a fresco la facciata di Messer
Mario Maffei, di chiaro scuro, che gli diede buon nome e gli acquistò molto
credito. La quale, poi che ebbe finita, vedendo non aver quivi concorrenza
che lo spignesse a cercare di salire a miglior grada e non essere in quella
città opere, né antiche, né moderne, dalle quali potesse molto imparare, si
risolvette di andare per ogni modo a Roma, dove intendeva che allora non
erano molti che attendessero alla pittura, da Perino del Vaga in fuori. Ma
prima che partisse, andò pensando di voler portare alcun'opera finita che lo
facesse conoscere, e così, avendo fatto in una tela un Cristo a olio battuto
alla colonna con molte figure, e messovi in farlo tutta quella diligenza che
è possibile, servendosi di modelli e ritratti dal vivo, lo portò seco. E giunto
in Roma, non vi fu stato molto, che per mezzo d'amici mostrò al cardinale
Triulzi quella pittura, la quale in modo gli sodisfece, che non pure la
comperò, ma pose grandissima affezzione a Daniello, mandandolo poco
appresso a lavorare dove avea fatto fuor di Roma a un suo casale detto
Salone un grandissimo casamento, il quale faceva adornare di fontane,
stucchi e pitture e dove apunto allora lavoravano Gianmaria da Milano et
altri alcune stanze di stucchi e grottesche. Qui dunque giunto Daniello, sì
per la concorrenza e sì per servire quel signore, dal quale poteva molto
onore et utile sperare, dipinse in compagnia di coloro diverse cose in molte