Page 1325 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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stanze e logge, e particolarmente vi fece molte grottesche piene di varie
feminette, ma sopra tutto riuscì molto bella una storia di Fetonte fatta a
fresco di figure grandi quanto il naturale et un fiume grandissimo che vi
fece, il quale è una molto buona figura. Le quali tutte opere, andando
spesso il detto cardinale a vedere e menando seco or uno or altro
cardinale, furono cagione che Daniello facesse con molti di loro servitù et
amicizia. Dopo, avendo Perino del Vaga, il quale allora faceva alla Trinità
la capella di Messer Agnolo de' Massimi, bisogno d'un giovane che
gl'aiutasse, Daniello, che disiderava di acquistare, tirato dalle promesse di
colui, andò a star seco e gl'aiutò fare nell'opera di quella capella alcune
cose, le quali condusse con molta diligenza a fine.
Avendo fatto Perino inanzi al Sacco di Roma, come s'è detto, alla capella
del Crucifisso di San Marcello, nella volta la creazione di Adamo et Eva
grandi quanto il vivo, e molto maggiori due Evangelisti, cioè San Giovanni e
San Marco, et anco non finiti del tutto perché la figura del San Giovanni
mancava dal mezzo in su, gl'uomini di quella Compagnia si risolverono,
quando poi furono quietate le cose di Roma, che il medesimo Perino finisse
quell'opera. Ma avendo altro che fare, fattone i cartoni la fece finire a
Daniello, il quale finì il San Giovanni lasciato imperfetto; fece del tutto
gl'altri due Evangelisti, San Luca e San Matteo, nel mezzo due putti che
tengono un candelieri, e nell'arco della faccia che mette in mezzo la
finestra due Angeli, che volando e stando sospesi in su l'ale, tengono in
mano misterii della Passione di Gesù Cristo; e l'arco adornò riccamente di
grottesche e molte belle figurine ignude, et insomma si portò in tutta
questa opera bene oltre modo, ancor che vi mettesse assai tempo.
Dopo, avendo il medesimo Perino dato a fare a Daniello un fregio nella
sala del palazzo di Messer Agnolo Massimi con molti partimenti di stucco et
altri ornamenti e storie de' fatti di Fabio Massimo, si portò tanto bene che
veggendo quell'opera la signora Elena Orsina et udendo molto lodare la
virtù di Daniello, gli diede a fare una sua capella nella chiesa della Trinità
di Roma, in su 'l monte dove stanno i frati di San Francesco di Paula, onde
Daniello mettendo ogni sforzo e diligenza per fare un'opera rara la quale il
facesse conoscere per eccellente pittore, non si curò mettervi le fatiche di
molti anni. Dal nome dunque di quella signora, dandosi alla capella il titolo
della croce di Cristo Nostro Salvatore, si tolse il suggetto de' fatti di S.
Elena. E così nella tavola principale, facendo Daniello Gesù Cristo che è
deposto di croce da Gioseffo e Nicodemo et altri Discepoli, lo svenimento di
Maria Vergine sostenuta sopra le braccia da Madalena et altre Marie,
mostrò grandissimo giudizio e di esser raro uomo, perciò che, oltre al
componimento delle figure che è molto ricco, il Cristo è ottima figura et un
bellissimo scorto, venendo coi piedi inanzi e col resto in dietro. Sono