Page 1327 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1327





condusse Daniello in sette anni e con fatiche e studio inestimabile. Ma
perché le pitture che son fatte per questa via hanno sempre del duro e del
difficile, manca quest'opera d'una certa leggiadra facilità che suole molto
dilettare. Onde Daniello stesso, confessando la fatica che aveva durata in

quest'opera e temendo di quello che gl'avenne e di non essere biasimato,
fece per suo capriccio e quasi per sua defensione sotto i piedi di detti due
Santi due storiette di stucco di basso rilievo, nelle quali volle mostrare che
essendo suoi amici Michelagnolo Buonarroti e fra' Bastiano del Piombo

(l'opere de' quali andava imitando, et osservando i precetti), se bene
faceva adagio e con istento, nondimeno il suo imitare quei due uomini
poteva bastare a difenderlo dai morsi degl'invidiosi e maligni, la mala
natura de' quali è forza, ancor che loro non paia, che si scuopra.

In una, dico, di queste storiette fece molte figure di satiri, che a una
stadera pesano gambe, braccia et altre membra di figure, per ridurre al

netto quelle che sono a giusto peso e stanno bene e per dare le cattive a
Michelagnolo e fra' Bastiano che le vanno conferendo; nell'altra è
Michelagnolo che si guarda in uno specchio, di che il significato è
chiarissimo. Fece similmente in due angoli dell'arco dalla banda di fuori due

ignudi di chiaro scuro, che sono della medesima bontà che sono l'altre
figure di quell'opera; la quale scoperta che fu dopo sì lungo tempo, fu
molto lodata e tenuta lavoro bellissimo e difficile et il suo maestro
eccellentissimo. Dopo questa capella gli fece, Alessandro cardinale Farnese

in una stanza del suo palazzo, cioè in sul cantone, sotto uno di que' palchi
ricchissimi fatti con ordine di maestro Antonio da San Gallo, a tre cameroni
che sono in fila, fare un fregio di pittura bellissimo con una storia di figure
per ogni faccia, che furono un trionfo di Bacco bellissimo, una caccia et

altre simili che molto sodisfecero a quel cardinale, il quale, oltre ciò, gli
fece fare in più luoghi di quel fregio un liocorno in diversi modi in grembo a
una vergine, che è l'impresa di quella illustrissima famiglia. La quale opera
fu cagione che quel signore, il quale è sempre stato amatore di tutti

gl'uomini rari e virtuosi, lo favorisse sempre; e più arebbe fatto se Daniello
non fusse stato così lungo nel suo operare. Ma di questo non aveva colpa
Daniello poiché sì fatta era la sua natura et ingegno, et egli più tosto si
contentava di fare poco e bene, che assai e non così bene. Adunque, oltre

all'affezione che gli portava il cardinale, lo favorì di maniera il signor
Annibale Caro appresso i suoi signori Farnesi, che sempre l'aiutarono. Et a
madama Margarita d'Austria, figliuola di Carlo Quinto, nel palazzo de'
Medici a Navona, dello scrittoio del quale si è favellato nella vita

dell'Indaco, in otto vani dipinse otto storiette de' fatti et opere illustri di
detto Carlo Quinto imperatore con tanta diligenza e bontà, che per simile
cosa non si può quasi fare meglio.
   1322   1323   1324   1325   1326   1327   1328   1329   1330   1331   1332