Page 1330 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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bande, cioè il dinanzi et il di dietro, che fu cosa capricciosa, il quale quadro
è oggi appresso Messer Annibale Rucellai. Al medesimo Messer Giovanni
fece un Cristo morto con le Marie, et in una tela per mandare in Francia
Enea che spogliandosi per andare a dormire con Dido è sopragiunto da
Mercurio, che mostra di parlargli nella maniera che si legge ne' versi di
Vergilio. Al medesimo fece in un altro quadro, pure a olio, un bellissimo
San Giovanni in penitenza grande quanto il naturale che da quel signore,
mentre visse, fu tenuto carissimo, e parimente un San Girolamo bello a
maraviglia. Morto papa Giulio Terzo e creato sommo pontefice Paulo
Quarto, il cardinale di Carpi cercò che fusse da Sua Santità data a finire a
Daniello la detta sala dei re, ma non si dilettando quel papa di pitture,
rispose essere molto meglio fortificare Roma che spendere in dipignere, e
così avendo fatto mettere mano al portone di Castello, secondo il disegno
di Salustio, figliuolo di Baldassarre Peruzzi sanese, suo architetto, fu
ordinato che in quell'opera, la quale si conduceva tutta di trevertino a uso
d'arco trionfale magnifico e sontuoso, si ponessero nelle nicchie cinque
statue di braccia quattro e mezzo l'una; per che, essendo ad altri state
allogate l'altre, a Daniello fu dato a fare un Angelo Michele. Avendo intanto
monsignor Giovanni Riccio cardinale di Monte Pulciano deliberato di fare
una capella in San Pietro a Montorio, dirimpetto a quella che aveva papa
Giulio fatta fare con ordine di Giorgio Vasari, et allogata la tavola, le storie
in fresco e le statue di marmo che vi andavano a Daniello, esso Daniello,
già resoluto al tutto di volere abandonare la pittura e darsi alla scultura, se
n'andò a Carrara a far cavare i marmi, così del San Michele come delle
statue aveva da fare per la capella di Montorio, mediante la quale
occasione, venendo a vedere Firenze e l'opere che il Vasari faceva in
palazzo al duca Cosimo e l'altre di quella città, gli furono fatte da infiniti
amici suoi molte carezze e particolarmente da esso Vasari, al quale l'aveva
per sue lettere raccommandato il Buonarroti.
Dimorando adunque Daniello in Firenze e veggendo quanto il signor Duca
si dilettasse di tutte l'arti del disegno, venne in disiderio d'accommodarsi al
servigio di sua eccellenza illustrissima; per che, avendo adoperato molti
mezzi et avendo il signor Duca a coloro che lo raccomandavano risposto
che fusse introdotto dal Vasari, così fu fatto. Onde Daniello offerendosi a
servire sua eccellenza amorevolmente, ella gli rispose che molto volentieri
l'accettava e che, sodisfatto che egli avesse agl'oblighi ch'aveva in Roma,
venisse a sua posta che sarebbe veduto ben volentieri. Stette Daniello
tutta quella state in Firenze, dove l'accommodò Giorgio in una casa di
Simon Botti suo amicissimo; là dove in detto tempo formò di gesso quasi
tutte le figure di marmo che di mano di Michelagnolo sono nella sagrestia
nuova di San Lorenzo, e fece per Michele Fuchero fiamingo una Leda che fu