Page 1337 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1337
1548, fu sommamente da tutta Roma lodata e con molta ragione. Perciò
che dopo Pulidoro, Maturino, Vincenzo da San Gimignano e Baldassarre da
Siena, niuno era in simili opere arrivato a quel segno che aveva fatto
Taddeo, giovane allora di diciotto anni; l'istorie della quale opera si
possono comprendere da queste inscrizzioni, che sono sotto ciascuna de'
fatti di Furio Camillo; la prima dunque è questa: TUSCULANI, PACE
CONSTANTI, VIM ROMANAM ARCENT; la seconda; M[ARCUS] F[URIUS)
C[AMILLUS] SIGNIFERUM SECUM IN HOSTEM RAPIT; la terza: M[ARCO]
F[URIO] C[AMILLO] AUCTORE INCENSA URBS RESTITUITUR; la quarta:
M[ARCUS] F[URIUS) C[AMILLUS] PACTIONIBUS TURBATIS PRAELIUM
GALLIS NUNCIAT; la quinta: M[ARCUS] F[URIUS] C[AMILLUS) PRODITOREM
VINCTUM FALERIO REDUCENDUM TRADIT; la sesta: MATRONALIS AURI
COLLATIONE, VOTUM APOLLINI SOLVITUR; la settima: M[ARCUS] F[URIUS]
C[AMILLUS] IUNONI REGINAE TEMPLUM IN AVENTINO DEDICAT; l'ottava:
SIGNUM IUNONIS REGINAE A VEIIS ROMAM TRANSFERTUR; la nona:
M[ARC...] F[URI...] C[AMILL...] ... [M]ANLIUS DICT[ATOR] DECEM ... SOS
... CIOS CAPIT.
Dal detto tempo insino all'anno 1550, che fu creato papa Giulio Terzo, si
andò trattenendo Taddeo in opera di non molta importanza, ma però con
ragionevole guadagno; il quale anno 1550, essendo il Giubileo, Ottaviano
padre di Taddeo, la madre et un altro loro figliuolo andorno a Roma a
pigliare il santissimo Giubileo et in parte vedere il figliolo. Là dove stati che
furno alcune settimane con Taddeo, nel partirsi gli lasciarono il detto putto
che avevano menato con esso loro, chiamato Federigo, acciò lo facesse
attendere alle lettere: ma giudicandolo Taddeo più atto alla pittura, come
si è veduto essere poi stato vero, ne l'eccellente riuscita che esso Federigo
ha fatto, lo cominciò, imparato che ebbe le prime lettere, a fare attendere
al disegno con miglior fortuna et appoggio che non aveva avuto egli. Fece
intanto Taddeo nella chiesa di Santo Ambrogio de' Milanesi, nella facciata
de l'altare maggiore, quattro storie de' fatti di quel Santo, non molto grandi
e colorite a fresco, con un fregio di puttini e femine a uso di termini, che fu
assai bell'opera, e, questa finita, allato a Santa Lucia della Tinta, vicino
all'Orso, fece una facciata piena di storie di Alessandro Magno,
cominciando dal suo nascimento e seguitando in cinque storie i fatti più
notabili di quell'uomo famoso, che gli fu molto lodata, ancor che questa
avesse il paragone a canto d'un'altra facciata di mano di Pulidoro.
In questo tempo, avendo Guido Baldo duca d'Urbino udita la fama di
questo giovane suo vasallo e desiderando dar fine alle facciate della
capella del Duomo d'Urbino, dove Batista Franco, come s'è detto, aveva a
fresco dipinta la volta, fece chiamare Taddeo a Urbino; il quale, lasciando
in Roma chi avesse cura di Federigo e lo facesse attendere a imparare, e