Page 1341 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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non fossero allora seguite le guerre che furono in Francia e poco appresso
la morte di quel Duca.

Tornato dunque Taddeo a fornire in San Marcello l'opera del Frangipane,
non poté lavorare molto a lungo senza essere impedito, perciò che,
essendo morto Carlo Quinto imperatore, e dandosi ordine di fargli
onoratissime esequie in Roma, come a imperatore de' romani, furono

allogate a Taddeo, che il tutto condusse in venticinque giorni, molte storie
de' fatti di detto imperatore e molti trofei et altri ornamenti, che furono da
lui fatti di carta pesta molto magnifici et onorati; onde gli furono pagati per
le sue fatiche, e di Federigo et altri che gli avevano aiutato, scudi secento

d'oro. Poco dopo dipinse in Bracciano, al signor Paolo Giordano Orsini, due
cameroni bellissimi et ornati di stucchi et oro riccamente, cioè in uno le
storie d'Amore e di Psiche e nell'altro, che prima era stato da altri
comminciato, fece alcune storie di Alessandro Magno, et altre che gli

restarono a fare, continuando i fatti del medesimo, fece condurre a
Federigo suo fratello, che si portò benissimo. Dipinse poi a Messer Stefano
del Bufalo, al suo giardino dalla fontana di Trievi, in fresco le Muse
d'intorno al fonte Castalio et il monte di Parnaso, che fu tenuta bell'opera.

Avendo gl'Operai della Madonna d'Orvieto, come s'è detto nella vita di
Simone Mosca, fatto fare nelle navate della chiesa alcune capelle con

ornamenti di marmi e stucchi, e fatto fare alcune tavole a Girolamo
Mosciano da Brescia, per mezzo d'amici, udita la fama di lui, condussero
Taddeo, che menò seco Federigo, a Orvieto; dove, messo mano a lavorare,

condusse nella faccia d'una di dette capelle due figurone grandi, una per la
Vita Attiva e l'altra per la Contemplativa, che furono tirate via con una
pratica molto sicura, nella maniera che faceva le cose, che molto non
studiava. E mentre che Taddeo lavorava queste, dipinse Federigo nella
nicchia della medesima capella tre storiette di San Paolo; alla fine delle

quali, essendo amalati amendue, si partirono, promettendo di tornare al
settembre; e Taddeo se ne tornò a Roma, e Federigo a Sant'Agnolo con un
poco di febbre, la quale passatagli, in capo a due mesi tornò anch'egli a

Roma. Dove la settimana santa vegnente, nella Compagnia di Santa Agata
de' fiorentini, che è dietro a Banchi, dipinsero ambidue in quattro giorni per
un ricco apparato, che fu fatto per lo giovedì e venerdì santo, di storie di
chiaro scuro, tutta la Passione di Cristo nella volta e nicchia di quello
oratorio, con alcuni Profeti et altre pitture, che feciono stupire chiunche le

vide.

Avendo poi Alessandro cardinale Farnese condotto a buon termine il suo
palazzo di Caprarola con architettura del Vignola, di cui si parlerà poco
appresso, lo diede a dipignere tutto a Taddeo, con queste condizioni, che
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