Page 1343 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Essendo poi ordinato a Taddeo che rifacesse nella sala de' palafrenieri
quegl'Apostoli, che già vi aveva fatto di terretta Raffaello, e da Paolo
Quarto erano stati gettati per terra, Taddeo fattone uno, fece condurre
tutti gli altri da Federigo suo fratello, che si portò molto bene; e dopo
feciono insieme nel palazzo di Araceli un fregio colorito a fresco in una di
quelle sale. Trattandosi poi, quasi nel medesimo tempo che lavoravano
costoro in Araceli, di dare al signor Federigo Borromeo per donna la signora
donna Verginia, figliola del duca Guido Baldo d'Urbino, fu mandato Taddeo
a ritrarla, il che fece ottimamente, et avanti che partisse da Urbino fece
tutti i disegni d'una credenza, che quel Duca fece poi fare di terra in Castel
Durante per mandare al re Filippo di Spagna. Tornato Taddeo a Roma,
presentò al Papa il ritratto, che piacque assai, ma fu tanta la cortesia di
quel Pontefice o de' suoi ministri, che al povero pittore non furono, non che
altro, rifatte le spese. L'anno 1560, aspettando il Papa in Roma il signor
duca Cosimo e la signora duchessa Leonora sua consorte, et avendo
disegnato d'alloggiare loro eccellenze nelle stanze che già Innocenzio
Ottavo fabricò, le quali respondono sul primo cortile del palazzo et in quello
di San Piero e che hanno dalla parte dinanzi logge che rispondono sopra la
piazza dove si dà la benedizione, fu dato carico a Taddeo di fare le pitture
et alcuni fregi che v'andavano, e di mettere d'oro i palchi nuovi, che si
erano fatti in luogo de' vecchi consumati dal tempo. Nella qual opera, che
certo fu grande e d'importanza, si portò molto bene Federigo, al quale
diede quasi cura del tutto Taddeo suo fratello, ma con suo gran pericolo
perciò che, dipignendo grottesche nelle dette logge, cascando d'uno ponte
che posava sul principale fu per capitare male. Né passò molto, ch'il
cardinale Emulio, a cui aveva di ciò dato cura il Papa, diede a dipignere a
molti giovani (acciò fosse finito tostamente) il palazzetto, che è nel bosco
di Belvedere, cominciato al tempo di papa Paolo Quarto con bellissima
fontana et ornamenti di molte statue antiche, secondo l'architettura e
disegno di Pirro Ligorio. I giovani dunque, che in detto luogo con loro molto
onore lavorarono, furono Federigo Bassocci da Urbino, giovane di grande
aspettazione, Lionardo Cungii e Durante del Nero, ambidue dal Borgo
Sansepolcro, i quali condussono le stanze del primo piano. A sommo la
scala, fatta a lumaca, dipinse la prima stanza Santi Zidi, pittore fiorentino,
che si portò molto bene e la maggior, ch'è a canto a questa, dipinse il
sopra detto Federigo Zucchero, fratello di Taddeo, e di là da questa,
condusse un'altra stanza Giovanni dal Carso Schiavone, assai buon maestro
di grottesche. Ma ancor che ciascuno dei sopra detti si portasse benissimo,
nondimeno superò tutti gli altri Federigo in alcune storie che vi fece di
Cristo, come la Transfigurazione, le nozze di Cana Galilea et il centurione
inginocchiato. E di due, che ne mancavano, una ne fece Orazio