Page 1345 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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delle maggiori et un'altra delle minori; a Orazio Sammacchini bolognese
un'altra minore, et a Livo da Furlì una simile; a Giambattista Fiorini
bolognese un'altra delle minori. La qual cosa udendo Taddeo e veggendosi
escluso, per essere stato detto al detto cardinale Emulio che egli era

persona che più attendeva al guadagno che alla gloria e che al bene
operare, fece col cardinale Farnese ogni opera per essere anch'egli a parte
di quel lavoro, ma il cardinale non si volendo in ciò adoperare, gli rispose
che gli dovevano bastare l'opere di Caprarola e che non gli pareva dovere

che i suoi lavori dovessero essere lasciati indietro per l'emulazioni e gare
degli artefici, aggiungendo ancora che quando si fa bene sono l'opere che
danno nome ai luoghi, e non i luoghi all'opere. Ma ciò nonostante, fece
tanto Taddeo con altri mezzi appresso l'Emulio, che finalmente gli fu dato a

fare una delle storie minori sopra una porta, non potendo, né per preghi o
altri mezzi, ottenere che gli fusse conceduto una delle maggiori. E nel vero
dicono che l'Emulio andava in ciò rattenuto perciò che, sperando che
Giuseppo Salviati avesse a passare tutti, era d'animo di dargli il restante e

forse gittare in terra quelle che fussero state fatte d'altri. Poi dunque che
tutti i sopra detti ebbono condotte le lor opere a buon termine, le volle
tutte il Papa vedere; e così fatto scoprire ogni cosa, conobbe (e di questo
parere furono tutti i cardinali et i migliori artefici) che Taddeo s'era portato

meglio degl'altri, come che tutti si fossero portati ragionevolmente; per il
che ordinò Sua Santità al signor Agabrio, che gli facesse dare dal cardinal
Emulio a far un'altra storia delle maggiori. Onde gli fu allogata la testa,
dove è la porta della capella Paulina, nella quale diede principio all'opera,

ma non seguitò più oltre, sopravenendo la morte del Papa e scoprendosi
ogni cosa per fare il conclave, ancor che molte di quelle storie non
avessero avuto il suo fine. Della quale storia, che in detto luogo cominciò
Taddeo, ne abbiamo il disegno di sua mano, e da lui statoci mandato, nel

detto nostro libro de' disegni.
Fece nel medesimo tempo Taddeo, oltre ad alcune altre cosette, un

bellissimo Cristo in un quadro, che doveva essere mandato a Caprarola al
cardinal Farnese, il quale è oggi appresso Federigo suo fratello, che dice
volerlo per sé mentre che vive. La qual pittura ha il lume d'alcuni Angeli,
che piangendo tengono alcune torce. Ma perché dell'opere che Taddeo fece

a Caprarola si parlerà a lungo poco appresso nel discorso del Vignuola, che
fece quella fabrica, per ora non ne dirò altro.

Federigo intanto, essendo chiamato a Vinezia, convenne col patriarca
Grimani di finirgli la capella di San Francesco della Vigna rimasa imperfetta,
come s'è detto, per la morte di Battista Franco viniziano. Ma inanzi che

cominciasse detta capella adornò al detto patriarca le scale del suo palazzo
di Venezia di figurette poste con molta grazia dentro a certi ornamenti di
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