Page 1526 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sforzo l'opere di Michelagnolo. Ma fu interrotto quel suo buon proposito
dall'infelice Sacco di Roma l'anno 1527, perché trovandosi il povero uomo
prigione degli Spagnuoli e mal condotto, in tanta miseria ricorse all'aiuto
divino, facendo voto, se usciva salvo di quella rovina miserabile e di mano

a que' nuovi farisei, di subito farsi frate. Onde essendosi salvato per grazia
di Dio, e condottosi a Mantova, si fece religioso nel monasterio di San
Ruffino dell'Ordine de' canonici regolari Scopetini, essendogli stato
promesso, oltre alla quiete e riposo della mente e tranquill'ozio di servire a

Dio, che arebbe comodità di attendere alle volte quasi per passatempo a
lavorare di minio. Preso dunque l'abito e chiamatosi don Giulio, fece in
capo all'anno professione e poi per ispazio di tre anni si stette assai
quietamente fra que' padri, mutandosi d'uno in altro monasterio, secondo

che più a lui piaceva, come altrove s'è detto, e sempre alcuna cosa
lavorando. Nel qual tempo condusse un libro grande da coro con minii
sottili e bellissime fregiature, facendovi fra l'altre cose un Cristo che appare
in forma d'ortolano a Madalena, che fu tenuto cosa singolare; per che

cresciutogli l'animo fece, ma di figure molto maggiori, la storia dell'adultera
accusata da' giudei a Cristo, con buon numero di figure. Il che tutto ritrasse
da una pittura, la quale di que' giorni avea fatta Tiziano Vecello pittore
eccellentissimo. Non molto dopo avvenne che tramutandosi don Giulio da

un monasterio a un altro, come fanno i monaci o i frati, si ruppe
sgraziatamente una gamba, per che condotto da que' padri, acciò meglio
fusse curato, al monasterio di Candiana, vi dimorò senza guarire alcun
tempo, essendo forse male stato trattato, come s'usa, non meno dai padri

che da' medici. La qual cosa intendendo il cardinal Grimani, che molto
l'amava, per la sua virtù ottenne dal Papa di poterlo tenere a' suoi servigii
e farlo curare. Onde cavatosi don Giulio l'abito e guarito della gamba andò
a Perugia col Cardinale, che là era Legato, e lavorando gli condusse di

minio quest'opere: un uffizio di Nostra Donna con quattro bellissime storie,
et in uno epistolario tre storie grandi di San Paulo apostolo, una delle quali
indi a non molto fu mandata in Ispagna. Gli fece anco una bellissima Pietà
et un Crucifisso, che dopo la morte del Grimani capitò alle mani di messer

Giovanni Gaddi, cherico di camera. Le quali tutte opere fecero conoscere in
Roma don Giulio per eccellente e furono cagione che Alessandro cardinal
Farnese, il quale ha sempre aiutato, favorito e voluto appresso di sé uomini
rari e virtuosi, inteso la fama di lui e vedute l'opere, lo prese al suo

servizio, dove è poi stato sempre e sta ancora così vecchio. Al quale
signore dico ha condotti infiniti minii rarissimi, d'una parte de' quali farò qui
menzione, perché di tutti non è quasi possibile.

In un quadretto piccolo ha dipinta la Nostra Donna col Figliuolo in braccio,
con molti Santi e figure attorno, e ginocchioni papa Paulo Terzo, ritratto di
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