Page 1530 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Pescara, et un altro simile in tutto al cardinale Farnese, che lo mandò
all'Imperatrice, che è oggi moglie di Massimiliano e sorella del re Filippo. Et
un altro quadretto di mano del medesimo mandò a sua maestà cesarea,
dentro al quale è in un paesotto bellissimo San Giorgio che amazza il
serpente, fatto con estrema diligenza; ma fu passato questo di bellezza e
di disegno da un quadro maggiore, che don Giulio fece a un gentiluomo
spagnuolo, nel quale è Traiano imperatore, secondo che si vede nelle
medaglie, e col rovescio della provincia di Giudea. Il quale quadro fu
mandato al sopra detto Massimiliano oggi imperatore.
Al detto cardinale Farnese ha fatto due altri quadretti, in uno è Gesù Cristo
ignudo con la croce in mano, e nell'altro è il medesimo menato da' giudei
et accompagnato da una infinità di popoli al Monte Calvario con la croce in
ispalla, e dietro la Nostra Donna e l'altre Marie in atti graziosi e da
muovere a pietà un cuor di sasso. Et in due carte grandi, per un messale,
ha fatto allo stesso Cardinale Gesù Cristo che ammaestra nella dottrina del
Santo Evangelio gl'Apostoli, e nell'altra il Giudizio Universale tanto bello,
anzi ammirabile e stupendo, che io mi confondo a pensarlo, e tengo per
fermo che non si possa, non dico fare, ma vedere, né imaginarsi per minio,
cosa più bella. È gran cosa che in molte di queste opere, e massimamente
nel detto ufficio della Madonna, abbia fatto don Giulio alcune figurine non
più grandi che una ben piccola formica, con tutte le membra sì espresse e
sì distinte, che più non si sarebbe potuto in figure grandi quanto il vivo; e
che per tutto siano sparsi ritratti naturali d'uomini e donne, non meno simili
al vero che se fussero da Tiziano o dal Bronzino stati fatti naturalissimi e
grandi quanto il vivo; senzaché in alcune figure di fregi si veggiono alcune
figurette nude et in altre maniere, fatte simili a camei, che per piccolissime
che sieno sembrano in quel loro essere grandissimi giganti, cotanta è la
virtù e strema diligenzia che in operando mette don Giulio.
Del quale ho voluto dare al mondo questa notizia acciò che sappiano
alcuna cosa di lui quei che non possono, né potranno delle sue opere
vedere, per essere quasi tutte in mano di grandissimi signori e personaggi.
Dico quasi tutte, perché so alcuni privati avere in scatolette ritratti
bellissimi di mano di costui, di signori, d'amici o di donne da loro amate.
Ma comunche sia, basta che l'opere di sì fatti uomini non sono publiche, né
in luogo da potere essere vedute da ognuno, come le pitture, sculture e
fabriche degl'altri artefici di queste nostre arti. Ora ancor che don Giulio sia
vecchio e non studi, né attenda ad altro che procacciarsi con opere sante e
buone e con una vita tutta lontana dalle cose del mondo la salute
dell'anima sua, e sia vecchio affatto, pur va lavorando continuamente
alcuna cosa, là dove stassi in molta quiete e ben governato nel palazzo de'
Farnesi, dove è cortesissimo in mostrando ben volentieri le cose sue a