Page 1529 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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principio, superato in questo gl'antichi e moderni, e che sia stato a' tempi
nostri un piccolo e nuovo Michelagnolo.

Il medesimo fece già un quadrotto di figure piccole al Cardinale di Trento,
sì vago e bello che quel signore ne fece dono all'imperatore Carlo Quinto; e
dopo al medesimo ne fece un altro di Nostra Donna et insieme il ritratto
del re Filippo, che furono bellissimi e per ciò donati al detto Re catolico. Al

medesimo cardinal Farnese fece in un quadrotto la Nostra Donna col
Figliuolo in braccio, Santa Lisabetta, San Giovannino et altre figure, che fu
mandato in Ispagna a Rigomes. In un altro che oggi l'ha il detto Cardinale,
fece San Giovanni Batista nel deserto con paesi et animali bellissimi, et un

altro simile ne fece poi al medesimo, per mandare al re Filippo. Una Pietà,
che fece con la Madonna et altre molte figure, fu dal detto Farnese donata
a papa Paulo Quarto, che mentre visse la volle sempre appresso di sé. Una
storia dove Davit taglia la testa a Golia gigante fu dal medesimo Cardinale

donata a madama Margherita d'Austria, che la mandò al re Filippo suo
fratello, insieme con un altro che per compagnia di quello gli fece fare
quella illustrissima signora, dove Iudit tagliava il capo ad Oloferne.

Dimorò già molti anni sono don Giulio appresso al duca Cosimo molti mesi,
et in detto tempo gli fece alcun'opere, parte delle quali furono mandate
all'Imperatore et altri signori e parte ne rimasero appresso sua eccellenza

illustrissima, che fra l'altre cose gli fece ritrarre una testa piccola d'un
Cristo da una che n'ha egli stesso antichissima, la quale fu già di Gottifredi
Buglioni re di Ierusalem, la quale dicono essere più simile alla vera effigie

del Salvatore che alcun'altra che sia. Fece don Giulio al detto signor Duca
un Crucifisso con la Madalena a' piedi, che è cosa maravigliosa, et un
quadro piccolo d'una Pietà, del quale abbiamo il disegno nel nostro libro
insieme con un altro, pure di mano di don Giulio, d'una Nostra Donna ritta
col Figliuolo in collo, vestita all'ebrea, con un coro d'Angeli intorno e molte

anime nude in atto di raccomandarsi.

Ma per tornare al signor Duca, egli ha sempre molto amato la virtù di don
Giulio e cercato d'avere delle sue opere. E se non fusse stato il rispetto che
ha avuto a Farnese, non l'arebbe lasciato da sé partire, quanto stette,
come ho detto, alcuni mesi al suo servizio in Firenze. Ha dunque il Duca,
oltre le cose dette, un quadretto di mano di don Giulio, dentro al quale è

Ganimede portato in cielo da Giove converso in aquila. Il quale fu ritratto
da quello che già disegnò Michelagnolo, il quale è oggi appresso Tomaso
de' Cavalieri, come s'è detto altrove. Ha similmente il Duca nel suo

scrittoio un San Giovanni Batista, che siede sopra un sasso, et alcuni ritratti
di mano del medesimo che sono mirabili. Fece già don Giulio un quadro
d'una Pietà, con le Marie et altre figure attorno, alla Marchesana di
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