Page 1543 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ritratto di quel signore e d'una figliuola di Matteo Sofferoni, che fu
veramente bellissima e molto lodata pittura. Lavorò anche all'Imperiale,
villa del detto Duca, alcune figure a olio ne' peducci d'una volta, e più
n'averebbe fatto, se da Iacopo Puntormo suo maestro non fusse stato
richiamato a Firenze perché gl'aiutasse a finire la sala del Poggio a Caiano.
Et arrivato in Firenze, fece quasi per passatempo a Messer Giovanni de
Statis, auditore del duca Alessandro, un quadretto di Nostra Donna, che fu
opera lodatissima, e poco dopo a monsignor Giovio, amico suo, il ritratto
d'Andrea Doria, et a Bartolomeo Bettini, per empiere alcune lunette d'una
sua camera, il ritratto di Dante, Petrarca e Boccaccio, figure dal mezzo in
su bellissime. I quali quadri finiti, ritrasse Bonacorso Pinadori, Ugolino
Martelli, Messer Lorenzo Lenzi oggi vescovo di Fermo, e Pierantonio
Bandini e la moglie con tanti altri, che lunga opera sarebbe voler di tutti
fare menzione. Basta che tutti furono naturalissimi, fatti con incredibile
diligenza e di maniera finiti, che più non si può disiderare.
A Bartolomeo Panciatichi fece due quadri grandi di Nostre Donne con altre
figure, belli a maraviglia e condotti con infinita diligenza, et oltre ciò i
ritratti di lui e della moglie, tanto naturali che paiono vivi veramente e che
non manchi loro se non lo spirito. Al medesimo ha fatto in un quadro un
Cristo crucifisso, che è condotto con molto studio e fatica, onde ben si
conosce che lo ritrasse da un vero corpo morto confitto in croce, cotanto è
in tutte le sue parti di somma perfezzione e bontà. Per Matteo Strozzi fece
alla sua villa di San Casciano, in un tabernacolo a fresco, una Pietà con
alcuni Angeli, che fu opera bellissima. A Filippo d'Averardo Salviati fece in
un quadrotto una Natività di Cristo in figure piccole tanto bella, che non ha
pari, come sa ognuno, essendo oggi la detta opera in stampa. Et a maestro
Francesco Montevarchi, fisico eccellentissimo, fece un bellissimo quadro di
Nostra Donna et alcuni altri quadretti piccoli molto graziosi. Al Puntormo
suo maestro aiutò a fare, come si disse di sopra, l'opera di Careggi, dove
condusse di sua mano ne' peducci delle volte cinque figure: la Fortuna, la
Fama, la Pace, la Iustizia e la Prudenza, con alcuni putti fatti ottimamente.
Morto poi il duca Alessandro e creato Cosimo, aiutò Bronzino al medesimo
Puntormo nell'opera della loggia di Castello. E nelle nozze dell'illustrissima
donna Leonora di Tolledo, moglie già del duca Cosimo, fece due storie di
chiaro scuro nel cortile di casa Medici, e nel basamento che reggeva il
cavallo del Tribolo, come si disse, alcune storie finte di bronzo de' fatti del
signor Giovanni de' Medici, che tutte furon le migliori pitture che fussero
fatte in quell'apparato. Là dove il Duca, conosciuta la virtù di quest'uomo,
gli fece metter mano a fare nel suo ducal palazzo una cappella non molto
grande per la detta signora Duchessa, donna nel vero, fra quante furono
mai, valorosa, e per infiniti meriti, degna d'eterna lode. Nella qual cappella