Page 1545 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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baciava, et il Piacere da un lato et il Giuoco con altri amori, e dall'altro la
Fraude, la Gelosia et altre passioni d'amore.

Avendo fatto il signor Duca cominciare dal Puntormo i cartoni de' panni
d'arazzo di seta e d'oro per la sala del Consiglio de' Dugento, e fattone fare
due delle storie di Ioseffo ebreo dal detto et uno al Salviati, diede ordine
che il Bronzino facessi il resto. Onde ne condusse quattordici pezzi di quella

perfezzione e bontà che sa chiunque gli ha veduti. Ma perché questa era
soverchia fatica al Bronzino, che vi perdeva troppo tempo, si servì nella
maggior parte di questi cartoni, facendo esso i disegni, di Raffaello dal
Colle, pittore dal Borgo a San Sepolcro, che si portò ottimamente.

Avendo poi fatto Giovanni Zanchini dirimpetto alla cappella de' Dini in
Santa Croce di Firenze, cioè nella facciata dinanzi entrando in chiesa per la

porta del mezzo a man manca, una cappella molto ricca di conci, con sue
sepolture di marmo, allogò la tavola al Bronzino, acciò vi facesse dentro un
Cristo disceso al Limbo per trarne i Santi Padri. Messovi dunque mano

condusse Agnolo quell'opera con tutta quella possibile estrema diligenza
che può mettere chi desidera acquistar gloria in simigliante fatica. Onde vi
sono ignudi bellissimi, maschi, femine, putti, vecchi e giovani, con diverse
fattezze et attitudini d'uomini che vi sono ritratti molto naturali, fra' quali è
Iacopo Puntormo, Giovanbatista Gello, assai famoso accademico fiorentino,

et il Bacchiacca dipintore, del quale si è favellato di sopra. E fra le donne vi
ritrasse due nobili e veramente bellissime giovani fiorentine, degne per la
incredibile bellezza et onestà loro d'eterna lode e di memoria: madonna

Gostanza da Somaia, moglie di Giovanbatista Doni, che ancor vive, e
madonna Camilla Tedaldi del Corno, oggi passata a miglior vita. Non molto
dopo fece in un'altra tavola grande e bellissima la Ressurezzione di Gesù
Cristo, che fu posta intorno al coro della chiesa de' Servi, cioè nella
Nunziata, alla cappella di Iacopo e Filippo Guadagni. Et in questo

medesimo tempo fece la tavola che in palazzo fu messa nella cappella,
onde era stata levata quella che fu mandata a Gran Vela, che certo è
pittura bellissima e degna di quel luogo. Fece poi Bronzino al signor

Alamanno Salviati una Venere con un satiro appresso, tanto bella che par
Venere veramente dea della bellezza.
Andato poi a Pisa, dove fu chiamato dal Duca, fece per sua eccellenzia

alcuni ritratti, et a Luca Martini suo amicissimo, anzi non pure di lui solo,
ma di tutti i virtuosi affezionatissimo veramente, un quadro di Nostra
Donna molto bello, nel quale ritrasse detto Luca con una cesta di frutte,

per essere stato colui ministro e proveditore per lo detto signor Duca nella
diseccazione de' paduli et altre acque, che tenevano infermo il paese
d'intorno a Pisa, e conseguentemente per averlo renduto fertile e copioso
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