Page 1546 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di frutti. E non partì di Pisa il Bronzino, che gli fu allogata per mezzo del
Martini da Raffaello del Setaiuolo, Operaio del Duomo, la tavola d'una delle
cappelle del detto Duomo; nella quale fece Cristo ignudo con la croce et
intorno a lui molti Santi, fra i quali è un San Bartolomeo scorticato, che
pare una vera notomia et un uomo scorticato da dovero, così è naturale et
imitato da una notomia con diligenza; la quale tavola, che è bella in tutte
le parti, fu posta da una capella, come ho detto, donde ne levarono
un'altra di mano di Benedetto da Pescia, discepolo di Giulio Romano.
Ritrasse poi Bronzino al duca Cosimo Morgante nano ignudo tutto intero, et
in due modi, cioè da un lato del quadro il dinanzi e dall'altro il di dietro, con
quella stravaganza di membra mostruose che ha quel nano, la qual pittura
in quel genere è bella e maravigliosa. A ser Carlo Gherardi da Pistoia, che
in fin da giovinetto fu amico del Bronzino, fece in più tempi, oltre al ritratto
di esso ser Carlo, una bellissima Iudit, che mette la testa di Oloferne in una
sporta; nel coperchio che chiude questo quadro a uso di spera, fece una
Prudenza che si specchia. Al medesimo fece un quadro di Nostra Donna,
che è delle belle cose che abbia mai fatto, perché ha disegno e rilievo
straordinario. Il medesimo fece il ritratto del Duca, pervenuto che fu sua
eccellenzia all'età di quaranta anni, e così la signora Duchessa, che l'uno e
l'altro somigliano quanto è possibile. Avendo Giovambatista Cavalcanti
fatto fare di bellissimi mischi, venuti d'oltra mare con grandissima spesa,
una cappella in Santo Spirito di Firenze e quivi riposte l'ossa di Tommaso
suo padre, fece fare la testa col busto di esso suo padre a fra' Giovan
Agnolo Montorsoli, e la tavola dipinse Bronzino, facendovi Cristo che in
forma d'ortolano appare a Maria Madalena e più lontane due altre Marie,
tutte figure fatte con incredibile diligenza.
Avendo alla sua morte lasciata Iacopo Puntormo imperfetta la cappella di
San Lorenzo, et avendo ordinato il signor Duca che Bronzino la finisse, egli
vi finì dalla parte del Diluvio molti ignudi, che mancavano a basso, e diede
perfezzione a quella parte e dall'altra, dove a' piè della Ressurrezione de'
morti mancavano nello spazio d'un braccio incirca per altezza, nel largo di
tutta la facciata, molte figure, le fece tutte bellissime e della maniera che
si veggiono; et a basso fra le finestre in uno spazio che vi restava non
dipinto, finì un San Lorenzo ignudo sopra una grata, con certi putti intorno.
Nella quale tutt'opera fece conoscere che aveva con molto miglior giudizio
condotte in quel luogo le cose sue, che non aveva fatto il Puntormo suo
maestro le sue pitture di quell'opera. Il ritratto del qual Puntormo fece di
sua mano il Bronzino in un canto della detta cappella a man ritta del San
Lorenzo. Dopo diede ordine il Duca a Bronzino che facesse due tavole
grandi, una per mandare a Porto Feraio nell'isola dell'Elba alla città di
Cosmopoli, nel convento de' frati Zoccolanti, edificato da sua eccellenzia,