Page 174 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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figure piccole; il contenuto delle quali storie, acciò si veggia con quanta
pacienza furono lavorate, e che questi scultori studiando cercarono la
buona maniera, non mi parrà fatica di raccontare.
Nella prima è quando aiutato dalla parte ghibellina di Milano, che gli
mandò quattrocento muratori e danari, egli rifà le mura d'Arezzo tutte di
nuovo, allungandole tanto più che non erano, che dà loro forma d'una
galea; nella seconda è la presa di Lucignano di Valdichiana; nella terza
quella di Chiusi; nella quarta quella di Fronzoli, castello allora forte sopra
Poppi, e posseduto dai figliuoli del conte di Battifolle; nella quinta è
quando il castello di Rondine, dopo essere stato molti mesi assediato
dagl'Aretini, si arrende finalmente al vescovo; nella sesta è la presa del
castello del Bucine in Valdarno; nella settima è quando piglia per forza la
Rocca di Caprese, che era del conte di Romena, dopo averle tenuto
l'assedio intorno più mesi; nell'ottava è il vescovo che fa disfare il castello
di Laterino e tagliare in croce il poggio che gli è sopra posto, acciò non vi si
possa far più fortezza; nella nona si vede che rovina e mette a fuoco e
fiamma il Monte Sansavino, cacciandone tutti gli abitatori; nell'undecima è
la sua incoronazione, nella quale sono considerabili molti begli abiti di
soldati a piè et a cavallo e d'altre genti; nella duodecima finalmente si
vede gli uomini suoi portarlo da Montenero, dove ammalò, a Massa, e di lì
poi, essendo morto, in Arezzo. Sono anco intorno a questa sepoltura in
molti luoghi l'insegne ghibelline e l'arme del vescovo, che sono sei pietre
quadre d'oro in campo azzurro, con quell'ordine che stanno le sei palle
nell'arme de' Medici. La quale arme della casata del vescovo fu descritta da
frate Guittone cavaliere e poeta aretino, quando scrivendo il sito del
castello di Pietramala, onde ebbe quella famiglia origine, disse:
Dove si scontra il Giglion con la Chiassa,
ivi furono i miei antecessori,
che in campo azzurro d'or portan sei sassa.
Agnolo dunque e Agostino sanesi condussono questa opera con miglior arte
et invenzione e con più diligenza, che fusse in alcuna cosa stata condotta
mai a' tempi loro. E nel vero non deono se non essere infinitamente lodati,
avendo in essa fatte tante figure, tante varietà di siti, luoghi, torri, cavalli,
uomini et altre cose, che è proprio una maraviglia. Et ancora che questa
sepoltura fusse in gran parte guasta dai Franzesi del duca d'Angiò, i quali
per vendicarsi con la parte nimica d'alcune ingiurie ricevute, messono la
maggior parte di quella città a sacco, ella nondimeno mostra che fu