Page 179 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI STEFANO PITTOR FIORENTINO E D'UGOLINO SANESE




Fu in modo eccellente Stefano, pittore fiorentino e discepolo di Giotto, che
non pure superò tutti gl'altri che inanzi a lui si erano affaticati nell'arte, ma

avanzò di tanto il suo maestro stesso che fu, e meritamente, tenuto il
miglior di quanti pittori erano stati infino a quel tempo, come chiaramente
dimostrano l'opere sue.

Dipinse costui in fresco la Nostra Donna del Camposanto di Pisa, che è
alquanto meglio di disegno e di colorito che l'opera di Giotto; et in
Fiorenza, nel chiostro di Santo Spirito, tre archetti a fresco, nel primo de'

quali, dove è la Trasfigurazione di Cristo con Moisè et Elia, figurò,
imaginandosi quanto dovette essere lo splendore che gli abagliò, i tre
discepoli con straordinarie e belle attitudini, e in modo avviluppati ne'
panni, che si vede che egli andò con nuove pieghe, il che non era stato

fatto insino allora, tentando di ricercar, sotto, l'ignudo delle figure: il che,
come ho detto, non era stato considerato né anche da Giotto stesso. Sotto
questo arco, nel quale fece un Cristo che libera la indemoniata, tirò in
prospettiva uno edifizio, perfettamente, di maniera allora poco nota, a

buona forma e migliore cognizione riducendolo; et in esso con giudizio
grandissimo modernamente operando, mostrò tanta arte e tanta
invenzione e proporzione nelle colonne, nelle porte, nelle finestre e nelle
cornici, e tanto diverso modo di fare dagl'altri maestri, che pare che

cominciasse a vedere un certo lume della buona e perfetta maniera de'
moderni. Imaginossi costui fra l'altre cose ingegnose una salita di scale
molto difficile, le quali in pittura e di rilievo murate et in ciascun modo
fatte, hanno disegno, varietà et invenzione utilissima e comoda tanto, che

se ne servì il Magnifico Lorenzo vecchio de' Medici nel fare le scale di fuori
del palazzo del Poggio a Caiano, oggi principal villa dell'illustrissimo signor
Duca. Nell'altro archetto è una storia di Cristo quando libera S. Piero dal
naufragio, tanto ben fatta, che pare che s'oda la voce di Pietro che dica:

Domine salva nos, perimus. Questa opera è giudicata molto più bella
dell'altre, perché oltre la morbidezza de' panni, si vede dolcezza nell'aria
delle teste, spavento nella fortuna del mare, e gl'Apostoli percossi da
diversi moti e da fantasmi marini, essere figurati con attitudini molto

proprie e tutte bellissime. E benché il tempo abbia consumato in parte le
fatiche che Stefano fece in questa opera, si conosce, abagliatamente però,
che i detti Apostoli si difendono dalla furia de' venti e dall'onde del mare
vivamente: la quale cosa, essendo appresso i moderni lodatissima, dovette

certo ne' tempi di chi la fece parere un miracolo in tutta Toscana.
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