Page 177 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di S. Zanobi, legò in una testa d'argento grande quanto il naturale quel
pezzo della testa di quel Santo, che ancora oggi si serba nella medesima
d'argento e si porta a processione: la quale testa fu allora tenuta cosa
bellissima, e diede gran nome all'artefice suo, che non molto dopo,
essendo ricco et in gran reputazione, si morì.
Lasciò maestro Cione molti discepoli, e fra gli altri Forzore di Spinello
aretino, che lavorò d'ogni cesellamento benissimo, ma in particolare fu
eccellente in fare storie d'argento a fuoco smaltate, come ne fanno fede
nel Vescovado d'Arezzo una mitera con fregiature bellissime di smalti et un
pasturale d'argento molto bello. Lavorò il medesimo al cardinale Galeotto
da Pietramala molte argenterie, le quali dopo la morte sua rimasero ai frati
della Vernia, dove egli volle essere sepolto e dove, oltre la muraglia che in
quel luogo il conte Orlando signor di Chiusi, picciol castello sotto la Vernia,
avea fatto fare, edificò egli la chiesa e molte stanze nel convento, e per
tutto quel luogo, senza farvi l'insegna sua o lasciarvi altra memoria.
Fu discepolo ancora di maestro Cione, Lionardo di ser Giovanni fiorentino, il
quale di cesello e di saldature, e con miglior disegno che non avevano fatto
gl'altri inanzi a lui, lavorò molte opere, e particolarmente l'altare e tavola
d'argento di S. Iacopo di Pistoia; nella quale opera, oltre le storie che sono
assai, fu molto lodata la figura che fece in mezzo, alta più d'un braccio,
d'un S. Iacopo, tonda e lavorata tanto pulitamente, che par più tosto fatta
di getto che di cesello; la qual figura è collocata in mezzo alle dette storie
nella tavola dell'altare, intorno al quale è un fregio di lettere smaltate che
dicono così: Ad honorem Dei et Sancti Jacobi Apostoli hoc opus factum fuit
tempore Domini Franc. Pagni dictae operae operarii sub anno 1371, per me
Leonardum Ser Io. de Floren. aurific.
Ora, tornando a Agostino e Agnolo, furono loro discepoli molti che dopo
loro feciono molte cose d'architettura e di scultura in Lombardia et altri
luoghi d'Italia, e fra gl'altri maestro Iacopo Lanfrani da Vinezia, il quale
fondò S. Francesco d'Imola e fece la porta principale di scultura, dove
intagliò il nome suo et il millesimo, che fu l'anno 1343; et in Bologna nella
chiesa di S. Domenico, il medesimo maestro Iacopo fece una sepoltura di
marmo per Giovanni Andrea Calduino dottore di legge e segretario di papa
Clemente Sesto, et un'altra, pur di marmo e nella detta chiesa molto ben
lavorata, per Taddeo Peppoli conservator del popolo e della Iustizia di
Bologna; et il medesimo anno, che fu l'anno 1347, finita questa sepoltura,
o poco inanzi, andando maestro Iacopo a Vinezia sua patria, fondò la
chiesa di S. Antonio che prima era di legname, a richiesta d'uno abate
fiorentino dell'antica famiglia degl'Abati, essendo doge messer Andrea
Dandolo: la quale chiesa fu finita l'anno milletrecentoquarantanove.