Page 169 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 169
NOVELLA
"Ciascuno può avere già udito chi fu Giotto, e quando fu gran dipintore
sopra ogn'altro. Sentendo la fama sua un grossolano, et avendo bisogno,
forse per andare in castellaneria, di far dipignere un suo palvese, subito
n'andò alla bottega di Giotto avendo chi gli portava il palvese drieto; e
giunto dove trovò Giotto, disse: "Dio ti salvi, maestro: io vorrei che mi
dipignessi l'arme mia in questo palvese". Giotto considerando e l'uomo e 'l
modo, non disse altro se non: "Quando il vuo' tu?" e quel glielo disse. Disse
Giotto: "Lascia far me". E partissi. E Giotto essendo rimaso, pensa fra se
medesimo: "Che vuol dir questo? sarebbemi stato mandato costui per
ischerne? sia che vuole; mai non mi fu recato palvese a dipignere. E costui
che 'l reca è un omiciatto semplice, e dice ch'io gli facci l'arme sua, come
se fosse de' Reali di Francia. Per certo io gli debbo fare una nuova arme". E
così pensando fra se medesimo, si recò inanzi il detto palvese, e disegnato
quello gli parea, disse a un suo discepolo desse fine alla dipintura; e così
fece. La quale dipintura fu una cervelliera, una gorgiera, un paio di
bracciali, un paio di guanti di ferro, un paio di corazze, un paio di cosciali e
gamberuoli, una spada, un coltello, et una lancia.
Giunto il valente uomo, che non sapea chi si fusse, fassi innanzi e dice:
"Maestro, è dipinto quel palvese?". Disse Giotto: "Sì bene: va, recalo giù".
Venuto il palvese, e quel gentiluomo per procuratore il comincia a
guardare, e dice a Giotto: "Oh che imbratto è questo che tu m'hai
dipinto?". Disse Giotto: "E' ti parrà ben imbratto al pagare". Disse quegli:
"Io non ne pagherei quattro danari". Disse Giotto: "E che mi dicestù ch'io
dipignessi?". E quel rispose: "L'arme mia". Disse Giotto: "Non è ella qui?
mancacene niuna?". Disse costui: "Ben istà". Disse Giotto: "Anzi sta male,
che Dio ti dia, e déi essere una gran bestia, che chi ti dicesse, 'chi se' tu',
appena lo sapresti dire; e giugni qui, e di': 'dipignimi l'arme mia'. Se tu
fussi stato de' Bardi, sarebbe basto. Che arme porti tu? di qua' se' tu? chi
furono gl'antichi tuoi? Deh, che non ti vergogni? Comincia prima a venire al
mondo, che tu ragioni d'arma, come stu fussi Dusnan di Baviera. Io t'ho
fatta tutta armadura sul tuo palvese: se ce n'è più alcuna, dillo, et io la
farò dipignere". Disse quello: "Tu mi di' villania, e m'hai guasto un
palvese". E partesi, e vassene alla Grascia, e fa richieder Giotto. Giotto
compare, e fa richieder lui, adomandando fiorini dua della dipintura: e
quello domandava a lui. Udite le ragioni, gli ufficiali, ché molto meglio le
dicea Giotto, giudicarono che colui si togliesse il palvese suo così dipinto, e
desse lire sei a Giotto, però che gl'aveva ragione. Onde convenne togliesse
il palvese e pagasse, e fu prosciolto.
Così costui, non misurandosi, fu misurato."