Page 471 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI GALASSO GALASSI PITTORE



Quando in una città dove non sono eccellenti artefici vengono forestieri a
fare opere, sempre si desta l'ingegno a qualch'uno, che si sforza di poi con
l'apprendere quella medesima arte far sì che nella sua città non abbino più

a venire gli strani, per abbellirla, da quivi inanzi e portarne le facultà; le
quali si ingegna di meritare egli con la virtù e di acquistarsi quelle ricchezze
che troppo gli parsono belle ne' forestieri.

Il che chiaramente fu manifesto in Galasso ferrarese, il quale, veggendo
Pietro dal Borgo a San Sepolcro rimunerato da quel Duca dell'opre e delle
cose che lavorò, et oltra ciò onoratamente tratenuto in Ferrara, fu per tale

esempio incitato, dopo la partita di quello, di darsi alla pittura, talmente
che in Ferrara acquistò fama di buono et eccellente maestro. La qual cosa
lo fece tanto più grato in quel luogo, quanto nello andare a Vinegia imparò

il colorire a olio e lo portò a Ferrara, per che fece poi infinite figure in tal
maniera, che sono per Ferrara sparte in molte chiese. Appresso,
venutosene a Bologna, condottovi da alcuni frati di San Domenico, fece ad
olio una cappella in San Domenico; e così il grido di lui crebbe insieme col
credito. Per che appresso questo lavorò a Santa Maria del Monte fuor di

Bologna, luogo de' Monaci Neri, e fuor della porta di San Mammolo, molte
pitture in fresco; e così alla Casa di Mezzo per questa medesima strada fu
la chiesa tutta dipinta di man sua et a fresco lavorata nella quale egli fece

le storie del Testamento Vecchio.
Visse sempre costumatissimamente e si dimostrò molto cortese e

piacevole, nascendo ciò per lo essere più uso fuor della patria sua a vivere
et a abitare che in quella. Vero è che per non essere egli molto regolato
nel viver suo, non durò molto tempo in vita, andandosene di anni
cinquanta, o circa, a quella vita che non ha fine; onorato dopo la morte da

uno amico, di questo epitaffio:


GALASSUS FERRARIENSIS

Sum tanto studio naturam imitatus et arte

dum pingo, rerum quae creat illa parens,

haec ut saepe quidem, non picta putaverit a me,
a se crediderit sed generata magis.


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