Page 476 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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giardini, loggie, acquidotti, fontane, cappelle, librerie et un conclave
appartato bellissimo? Insomma, questo (non so se palazzo, castello o città,
debbo nominarlo) sarebbe stata la più superba cosa che mai fusse stata
fatta dalla creazione del mondo, per quello che si sa, insino a oggi. Che

grandezza sarebbe stata quella della Santa Chiesa romana, veder il sommo
pontefice e capo di quella, avere, come in un famosissimo e santissimo
monasterio, raccolti tutti i ministri di Dio che abitano la città di Roma, et in
quello, quasi un nuovo paradiso terrestre, vivere vita celeste, angelica e

santissima con dare essempio a tutto il cristianesimo et accender gl'animi
degl'infedeli al vero culto di Dio e di Gesù Cristo benedetto. Ma tanta opera
rimase imperfetta, anzi quasi non cominciata, per la morte di quel
Pontefice; e quel poco che n'è fatto, si conosce all'arme sua o che egli

usava per arme, che erano due chiavi intraversate in campo rosso.
La quinta delle cinque cose che il medesimo aveva in animo di fare, era la

chiesa di San Piero, la quale aveva disegnata di fare tanto grande, tanto
ricca e tanto ornata, che meglio è tacere che metter mano per non poter
mai dirne anco una minima parte, e massimamente essendo poi andato
male il modello e statone fatti altri da altri architettori. E chi pure volesse

in ciò sapere interamente il grand'animo di papa Nicola V, legga quello che
Giannozzo Manetti, nobile e dotto cittadin fiorentino, scrisse
minutissimamente nella vita di detto pontefice; il quale oltre gl'altri in tutti
i sopra detti disegni si servì, come si è detto, dell'ingegno e molta industria

di Bernardo Rossellini; Antonio, fratel del quale, per tornare oggi mai
donde mi partii con sì bella occasione, lavorò le sue sculture circa l'anno
1490. E perché quanto l'opere si veggiono piene di diligenza e di difficultà
gl'uomini restano più ammirati, conoscendosi massimamente queste due

cose ne' suoi lavori, merita egli e fama et onore, come esempio certissimo
donde i moderni scultori hanno potuto imparare come si deono far le
statue, che mediante le difficultà, arrechino lode e fama grandissima.
Conciò sia che dopo Donatello aggiunse egli all'arte della scultura una

certa pulitezza e fine, cercando bucare e ritondare in maniera le sue figure,
ch'elle appariscono per tutto e tonde e finite. La qual cosa nella scultura
infino allora non si era veduta sì perfetta; e perché egli primo l'introdusse,
dopo lui nell'età seguenti e nella nostra appare maravigliosa.




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