Page 473 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA D'ANTONIO ROSSELLINO SCULTORE E DI BERNARDO SUO
FRATELLO



Fu veramente sempre cosa lodevole e virtuosa la modestia e l'essere
ornato di gentilezza e di quelle rare virtù che agevolmente si riconoscono

nell'onorate azioni d'Antonio Rossellino scultore; il quale fece la sua arte
con tanta grazia, che da ogni suo conoscente fu stimato assai più che
uomo et adorato quasi per santo, per quelle ottime qualità che erano unite
alla virtù sua. Fu chiamato Antonio il Rossellino dal Proconsolo, perché e'
tenne sempre la sua bottega in un luogo che così si chiama in Fiorenza. Fu

costui sì dolce e sì delicato ne' suoi lavori, e di finezza e pulitezza tanto
perfetta, che la maniera sua giustamente si può dir vera, e veramente
chiamare moderna. Fece nel palazzo de' Medici la fontana di marmo che è

nel secondo cortile, nella quale sono alcuni fanciulli, che sbarrano delfini
che gettano acqua, et è finita con somma grazia e con maniera
diligentissima. Nella chiesa di Santa Croce a la pila dell'acqua santa, fece la
sepoltura di Francesco Nori, e sopra quella una Nostra Donna di basso
rilievo et una altra Nostra Donna in casa de' Tornabuoni, e molte altre cose

mandate fuori in diverse parti, sì come a Lione di Francia una sepoltura di
marmo. A San Miniato a Monte, monasterio de' monaci bianchi fuor delle
mura di Fiorenza, gli fu fatto fare la sepoltura del cardinale di Portogallo, la

quale sì maravigliosamente fu condotta da lui, e con diligenza et artifizio
così grande, che non si imagini artefice alcuno di poter mai vedere cosa
alcuna che di pulitezza o di grazia passare la possa in maniera alcuna. E
certamente a chi la considera pare impossibile, non che difficile, che ella
sia condotta così, vedendosi in alcuni Angeli che vi sono tanta grazia e

bellezza d'arie, di panni e d'artifizio, che e' non paiono più di marmo, ma
vivissimi: di questi, l'uno tiene la corona della verginità di quel cardinale, il
quale si dice che morì vergine, l'altro la palma della vittoria che egli

acquistò contra il mondo. E fra le molte cose artifiziosissime che vi sono, vi
si vede un arco di macigno che regge una cortina di marmo aggruppata,
tanto netta, che fra il bianco del marmo et il bigio del macigno, ella pare
molto più simile al vero panno, che al marmo. In su la cassa del corpo sono
alcuni fanciulli veramente bellissimi et il morto stesso, con una Nostra

Donna in un tondo, lavorata molto bene. La cassa tiene il garbo di quella di
porfido, che è in Roma su la piazza della Ritonda. Questa sepoltura del
cardinale fu posta su nel 1459 e tanto piacque la forma sua e l'architettura

della cappella al Duca di Malfi nipote di papa Pio Secondo, che dalle mani
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