Page 478 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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stupire gl'artefici e le persone intelligenti che la guardarono, ma quegli
ancora che al presente la veggono se ne maravigliano; dove egli avendo
lavorato in una cassa fogliami, benché un poco spinosi e secchi, per non
essere allora scoperte molte antichità, furono tenuti cosa bellissima. Ma fra
l'altre parti che in detta opera sono, vi si veggono alcune ali che a una
nicchia fanno ornamento a' piè della cassa, che non di marmo, ma piumose
si mostrano; cosa difficile a potere imitare nel marmo, atteso ch'ai peli et
alle piume non può lo scarpello aggiugnere; èvvi di marmo una nicchia
grande, più viva che se d'osso proprio fosse; sonvi ancora alcuni fanciulli et
alcuni Angeli condotti con maniera bella e vivace; similmente è di somma
bontà e d'artifizio il morto su la cassa, ritratto di naturale; et in un tondo
una Nostra Donna di basso rilievo, lavorato secondo la maniera di Donato,
con giudizio e con grazia mirabilissima; sì come sono ancora molti altri
bassi rilievi di marmo ch'egli fece, delli quali alcuni sono nella guardaroba
del signor Duca Cosimo; e particolarmente, in un tondo, la testa del nostro
Signore Gesù Cristo e di San Giovanni Battista quando era fanciulletto. A'
piè della sepoltura del detto Messer Carlo fece una lapida grande per
Messer Giorgio dottore famoso e segretario della Signoria di Fiorenza, con
un basso rilievo molto bello, nel quale è ritratto esso Messer Giorgio con
abito da dottore secondo l'usanza di que' tempi.
Ma se la morte sì tosto non toglieva al mondo quello spirito che tanto
egregiamente operò, arebbe sì per l'avvenire con la esperienza e con lo
studio operato, che vinto avrebbe d'arte tutti coloro che di grazia aveva
superati. Troncogli la morte il filo della vita nella età di 28 anni; per che
molto ne dolse a tutti quegli che stimavano dover vedere la perfezzione di
tanto ingegno nella vecchiezza di lui: e ne rimasero più che storditi, per
tanta perdita. Fu da' parenti e da molti amici accompagnato nella chiesa
de' Servi, continuandosi per molto tempo alla sepoltura sua di mettersi
infiniti epigrammi e sonetti; del numero de' quali mi è bastato mettere
solamente questo:
Come vide natura
dar Desiderio ai freddi marmi vita,
e poter la scultura
agguagliar sua bellezza alma e infinita,
si fermò sbigottita,
e disse: "omai sarà mia gloria oscura".
E piena d'alto sdegno
troncò la vita a così bell'ingegno.