Page 481 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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inclinato a quel mestiero, imparò, mentre lavorava le pietre squadrate, a
far di terra dalle cose che aveva fatte di marmo Desiderio sì simili, che egli
vedendolo volto a far profitto in quell'arte lo tirò innanzi, e lo messe a
lavorare di marmo sopra le cose sue, nelle quali con una osservanza
grandissima cercava di mantenere la bozza di sotto; né molto tempo andò
seguitando che egli si fece assai pratico in quel mestiero, del che se ne
sodisfaceva Desiderio infinitamente, ma più Mino dell'amorevolezza di lui,
vedendo che continuamente gli insegnava a guardarsi dagl'errori che si
possono fare in quell'arte; mentre che egli era per venire in quella
professione eccellente, la disgrazia sua volse che Desiderio passasse a
miglior vita; la qual perdita fu di grandissimo danno a Mino il quale come
disperato si partì da Fiorenza e se ne andò a Roma, et aiutando a' maestri
che lavoravano allora opere di marmo e sepolture di cardinali, che
andorono in San Pietro di Roma, le quali sono oggi ite per terra per la
nuova fabbrica, fu conosciuto per maestro molto prattico e sufficiente, e gli
fu fatto fare dal cardinale Guglielmo Destovilla, che li piaceva la sua
maniera, l'altare di marmo dove è il corpo di S. Girolamo nella chiesa di S.
Maria Maggiore, con istorie di basso rilievo della vita sua, le quali egli
condusse a perfezione e vi ritrasse quel cardinale. Facendo poi papa Paulo
II veneziano fare il suo palazzo a S. Marco, vi si adoperò Mino in fare
cert'arme. Dopo morto quel papa, a Mino fu fatto alogazione della sua
sepoltura, la quale egli dopo due anni diede finita e murata in S. Pietro,
che fu allora tenuta la più ricca sepoltura che fusse stata fatta d'ornamenti
e di figure, a pontefice nessuno, la quale da Bramante fu messa in terra
nella rovina di S. Piero, e quivi stette sotterrata fra i calcinacci parecchi
anni, e nel MDXLVII fu fatta rimurare d'alcuni veneziani in S. Piero nel
vecchio, in una pariete vicino alla cappella di papa Innocenzio. E se bene
alcuni credono che tal sepoltura sia di mano di Mino del Reame, ancor che
fussino quasi a un tempo, ella è senza dubio di mano di Mino di Fiesole;
ben è vero che il detto Mino del Reame vi fece alcune figurette nel
basamento che si conoscono, se però ebbe nome Mino, e non più tosto,
come alcuni affermano, Dino.
Ma per tornare al nostro, acquistato che egli si ebbe nome in Roma per la
detta sepoltura e per la cassa che fece nella Minerva, e sopra essa di
marmo la statua di Francesco Tornabuoni di naturale che è tenuta assai
bella, e per altre opere, non isté molto ch'egli, con buon numero di danari
avanzati, a Fiesole se ne ritornò e tolse donna. Né molto tempo andò
ch'egli per servigio delle donne delle murate fece un tabernacolo di marmo
di mezzo rilievo, per tenervi il Sacramento, il quale fu da lui con tutta
quella diligenza ch'e' sapeva, condotto a perfezzione. Il qual non aveva
ancora murato, quando inteso le monache di S. Ambruogio - le quali erano