Page 485 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Rossi, in una tavola, la Nostra Donna, San Iacopo, San Giorgio, San
Bastiano e San Girolamo, la quale opera è la migliore e di più dolce
maniera di qual si voglia altra che costui facesse già mai. Andato poi
Lorenzo al servigio del signor Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, gli

dipinse nel palazzo di San Sebastiano, in una camera lavorata parte a
guazzo e parte a olio, molte storie. In una è la marchesa Isabella ritratta di
naturale, che ha seco molte signore, che con varii suoni cantando fanno
dolce armonia; in un'altra è la dea Latona, che converte, secondo la favola,

certi villani in ranocchi; nella terza è il marchese Francesco, condotto da
Ercole per la via della virtù sopra la cima d'un monte consecrato
all'eternità; in un altro quadro si vede il medesimo Marchese sopra un
piedistallo, trionfante con un bastone in mano, et intorno gli sono molti

signori e servitori suoi con stendardi in mano, tutti lietissimi e pieni di
giubilo per la grandezza di lui, fra i quali tutti è un infinito numero di ritratti
di naturale. Dipinse ancora nella sala grande, dove oggi sono i trionfi di
mano del Mantegna, due quadri, cioè in ciascuna testa uno. Nel primo, che

è a guazzo, sono molti nudi che fanno fuochi e sacrifizii a Ercole, et in
questo è ritratto di naturale il Marchese, con tre suoi figliuoli, Federigo,
Ercole e Ferrante, che poi sono stati grandissimi et illustrissimi signori; vi
sono similmente alcuni ritratti di gran donne. Nell'altra, che fu fatto a olio

molti anni dopo il primo, e che fu quasi dell'ultime cose che dipignesse
Lorenzo, è il marchese Federigo fatto uomo, con un bastone in mano, come
generale di Santa Chiesa sotto Leone Decimo; et intorno gli sono molti
signori ritratti dal Costa di naturale. In Bologna, nel palazzo di Messer

Giovanni Bentivogli, dipinse il medesimo, a concorrenza di molti altri
maestri, alcune stanze, delle quali per essere andate per terra con la
rovina di quel palazzo, non si farà altra menzione. Non lascerò già di dire
che dell'opere che fece per i Bentivogli rimase solo in piedi la cappella, che

egli fece a Messer Giovanni in San Iacopo, dove in due storie dipinse due
trionfi tenuti bellissimi, con molti ritratti. Fece anco in San Giovanni in
Monte l'anno 1497 a Iacopo Chedini, in una cappella, nella quale volle dopo
morte essere sepolto, una tavola, dentrovi la Nostra Donna, San Giovanni

Evangelista, Sant'Agostino et altri Santi. In San Francesco dipinse, in una
tavola, una Natività, San Iacopo e Santo Antonio da Padova. Fece in S.
Piero per Domenico Garganelli, gentiluomo bolognese, il principio d'una
cappella bellissima; ma qualunche si fusse la cagione, fatto che ebbe nel

cielo di quella alcune figure la lasciò imperfetta et a fatica cominciata. In
Mantoa, oltre l'opere che vi fece per il Marchese, delle quali si è favellato di
sopra, dipinse in S. Salvestro in una tavola la Nostra Donna, e da una
banda San Salvestro che le raccomanda il popolo di quella città, dall'altra

San Bastiano, San Paulo, Santa Lisabetta e San Ieronimo, e per quello che
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