Page 488 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI ERCOLE FERRARESE PITTORE
Se bene molto inanzi che Lorenzo Costa morisse, Ercole Ferrarese suo
discepolo era in bonissimo credito, e fu chiamato in molti luoghi a lavorare,
non però (il che di rado suole avvenire) volle abandonar mai il suo
maestro; e più tosto si contentò di star con esso lui con mediocre
guadagno e lode, che da per sé con utile o credito maggiore. La quale
gratitudine, quanto meno oggi negl'uomini si ritruova, tanto più merita
d'esser perciò Ercole lodato; il quale conoscendosi obligato a Lorenzo
pospose ogni suo commodo al volere di lui, e gli fu come fratello e figliuolo
insino all'estremo della vita. Costui dunque, avendo miglior disegno che il
Costa, dipinse sotto la tavola da lui fatta in San Petronio, nella cappella di
San Vincenzio, alcune storie di figure piccole a tempera, tanto bene e con
sì bella e buona maniera, che non è quasi possibile veder meglio, né
imaginarsi la fatica e diligenza che Ercole vi pose; là dove è molto miglior
opera la predella che la tavola, le quali amendue furono fatte in un
medesimo tempo, vivente il Costa. Dopo la morte del quale fu messo
Ercole da Domenico Garganelli a finire la cappella in San Petronio, che,
come si disse di sopra, aveva Lorenzo cominciato e fattone picciola parte.
Ercole dunque, al quale dava per ciò il detto Domenico quattro ducati il
mese, e le spese a lui et a un garzone, e tutti i colori che nell'opera
avevano a porsi, messosi a lavorar, finì quell'opera per sì fatta maniera che
passò il maestro suo di gran lunga, così nel disegno e colorito come nella
invenzione. Nella prima parte, o vero faccia, è la crucifissione di Cristo fatta
con molto giudizio, perciò che oltre il Cristo che vi si vede già morto, vi è
benissimo espresso il tumulto de' Giudei venuti a vedere il Messia in croce;
e tra essi è una diversità di teste maravigliosa, nel che si vede che Ercole
con grandissimo studio cercò di farle tanto differenti l'una dall'altra, che
non si somigliassino in cosa alcuna; sonovi anche alcune figure che
scoppiando di dolore nel pianto, assai chiaramente dimostrano quanto egli
cercasse di imitare il vero; evvi lo svenimento della Madonna ch'è
pietosissimo, ma molto più sono le Marie verso di lei, perché si veggiono
tutte compassionevoli, e nell'aspetto tanto piene di dolore quanto appena
è possibile imaginarsi nel vedersi morte inanzi le più care cose che altri
abbia, e stare in perdita delle seconde. Tra l'altre cose notabili ancora che
vi sono, vi è un Longino a cavallo sopra una bestia secca in iscorto, che ha
rilievo grandissimo, et in lui si conosce la impietà nell'avere aperto il
costato di Cristo, e la penitenza e conversione nel trovarsi ralluminato.
Similmente in strana attitudine figurò alcuni soldati che si giuocano la
veste di Cristo, con modi bizzarri di volti et abbigliamenti di vestiti. Sono
anco ben fatti e con belle invenzioni, i ladroni che sono in croce; e perché