Page 477 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI DESIDERIO DA SETTIGNANO SCULTORE


Grandissimo obligo hanno al cielo et alla natura coloro che senza fatiche
partoriscono le cose loro, con una certa grazia che non si può dare alle

opere che altri fa, né per istudio né per imitazione; ma è dono veramente
celeste che piove in maniera su quelle cose, che elle portano sempre seco
tanta leggiadria e tanta gentilezza, che elle tirano a sé non solamente

quegli ch'intendono il mestiero, ma molti altri ancora che non sono di
quella professione; e nasce ciò dalla facilità del buono che non si rende
aspro e duro agl'occhi, come le cose stentate e fatte con difficultà, molte
volte si rendono; la qual grazia e simplicità, che piace universalmente e da
ognuno è conosciuta, hanno tutte l'opere che fece Desiderio, il quale

dicono alcuni che fu da Settignano, luogo vicino a Fiorenza due miglia,
alcuni altri lo tengono fiorentino; ma questo rilieva nulla, per essere sì poca
distanza da l'un luogo all'altro. Fu costui imitatore della maniera di Donato,

quantunque da la natura avesse egli grazia grandissima e leggiadria nelle
teste. E veggonsi l'arie sue di femmine e di fanciulli, con delicata, dolce e
vezzosa maniera aiutate tanto dalla natura che inclinato a questo lo aveva,
quanto era ancora da lui esercitato l'ingegno dall'arte. Fece nella sua
giovanezza il basamento del David di Donato, ch'è nel palazzo del duca di

Fiorenza, nel quale Desiderio fece di marmo alcune arpie bellissime et
alcuni viticci di bronzo molto graziosi e bene intesi, e nella facciata della
casa de' Gianfigliazzi un'arme grande con un lione, bellissima, et altre cose

di pietra, le quali sono in detta città. Fece nel Carmine alla cappella de'
Brancacci uno Agnolo di legno; et in S. Lorenzo finì di marmo la cappella
del Sacramento, la quale egli con molta diligenza condusse a perfezzione.
Eravi un fanciullo di marmo tondo, il qual fu levato, et oggi si mette in
sull'altar per le feste della Natività di Cristo, per cosa mirabile; in cambio

del quale ne fece un altro Baccio da Montelupo, di marmo pure, che sta
continuamente sopra il tabernacolo del Sacramento. In S. Maria Novella
fece di marmo la sepoltura della Beata Villana, con certi Angioletti graziosi,

e lei vi ritrasse di naturale che non par morta, ma che dorma, e nelle
monache delle Murate, sopra una colonna in un tabernacolo, una Nostra
Donna piccola di leggiadra e graziata maniera, onde l'una e l'altra cosa è in
grandissima stima et in bonissimo pregio. Fece ancora, a S. Piero
Maggiore, il tabernacolo del Sacramento, di marmo con la solita diligenza.

Et ancora che in quello non siano figure e' vi si vede però una bella
maniera et una grazia infinita, come nell'altre cose sue. Egli similmente di
marmo ritrasse di naturale la testa della Marietta degli Strozzi, la quale

essendo bellissima gli riuscì molto eccellente. Fece la sepoltura di Messer
Carlo Marsupini aretino in S. Croce, la quale non solo in quel tempo fece
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