Page 474 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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del maestro medesimo ne fece fare in Napoli un'altra per la donna sua,
simile a questa in tutte le cose, fuori che nel morto. Di più vi fece una
tavola di una Natività di Cristo nel presepio con un ballo d'Angeli in su la
capanna, che cantano a bocca aperta, in una maniera che ben pare che dal
fiato in fuori Antonio desse loro ogn'altra movenza et affetto, con tanta
grazia e con tanta pulitezza, che più operare non possono nel marmo il
ferro e l'ingegno. Per il che sono state molto stimate le cose sue da
Michelagnolo e da tutto il restante degl'artefici più che eccellenti. Nella
Pieve d'Empoli fece di marmo un San Bastiano che è tenuto cosa
bellissima; e di questo avemo un disegno di sua mano nel nostro libro, con
tutta l'architettura e figure della cappella detta di San Miniato in Monte, et
insieme il ritratto di lui stesso.
Antonio finalmente si morì in Fiorenza d'età d'anni 46, lasciando un suo
fratello architettore e scultore, chiamato Bernardo, il quale in Santa Croce
fece di marmo la sepoltura di Messer Lionardo Bruni aretino, che scrisse la
storia fiorentina e fu quel gran dotto che sa tutto il mondo. Questo
Bernardo fu nelle cose d'architettura molto stimato da papa Nicola Quinto,
il quale l'amò assai, e di lui si servì in moltissime opere che fece nel suo
pontificato; e più averebbe fatto, se a quell'opere che aveva in animo di far
quel Pontefice, non si fusse interposta la morte. Gli fece dunque rifare,
secondo che racconta Giannozzo Manetti, la piazza di Fabriano, l'anno che
per la peste vi stette alcuni mesi; e dove era stretta e malfatta, la riallargò
e ridusse in buona forma, facendovi intorno intorno un ordine di botteghe
utili e molto commode e belle. Ristaurò appresso e rifondò la chiesa di S.
Francesco della detta terra, che andava in rovina; a Gualdo rifece si può dir
di nuovo, con l'aggiunta di belle e buone fabriche, la chiesa di San
Benedetto; in Ascesi, la chiesa di S. Francesco, che in certi luoghi era
rovinata et in certi altri minacciava rovina, rifondò gagliardamente e
ricoperse; a Civitavecchia fece molti belli e magnifici edifizii; a Civita
Castellana rifece meglio che la terza parte delle mura, con buon garbo; a
Narni rifece et ampliò di belle e buone muraglie, la fortezza; a Orvieto fece
una gran fortezza con un bellissimo palazzo, opera di grande spesa e non
minore magnificenza; a Spoleti similmente accrebbe e fortificò la fortezza,
facendovi dentro abitazioni tanto belle e tanto commode e bene intese,
che non si poteva veder meglio. Rassettò i Bagni di Viterbo con gran spesa
e con animo regio, facendovi abitazioni, che non solo per gl'amalati che
giornalmente andavano a bagnarsi sarebbono state recipienti, ma ad ogni
gran prencipe. Tutte queste opere fece il detto Pontefice col disegno di
Bernardo, fuori della città.
In Roma ristaurò et in molti luoghi rinovò le mura della città, che per la
maggior parte erano rovinate, aggiugnendo loro alcune torri e