Page 466 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Santa Caterina de' frati predicatori, nella medesima città, fece due tavole a
tempera, che benissimo si conoscono alla maniera; e nella chiesa di San
Nicola ne fece similmente un'altra, e due in Santa Croce fuor di Pisa.
Lavorò anco quando era giovanetto, nella Pieve di San Gimignano l'altare
di San Bastiano nel mezzo della chiesa riscontro alla cappella maggiore, e
nella sala del consiglio sono alcune figure, parte di sua mano e parte da
lui, essendo vecchie, restaurate. Ai monaci di Monte Oliveto nella
medesima terra, fece un Crucifisso et altre pitture, ma la migliore opera
che in quel luogo facesse, fu in San Agostino nella cappella maggiore a
fresco storie di Sant'Agostino, cioè dalla conversione insino alla morte; la
quale opera ho tutta disegnata di sua mano nel nostro libro, insieme con
molte carte delle storie sopra dette di Camposanto di Pisa.
In Volterra ancora fece alcune opere, delle quali non accade far menzione.
E perché quando Benozzo lavorò in Roma vi era un altro dipintore,
chiamato Melozzo, il quale fu da Furlì, molti che non sanno più che tanto,
avendo trovato scritto Melozzo, e riscontrato i tempi, hanno creduto che
quel Melozzo voglia dir Benozzo; ma sono in errore, perché il detto pittore
fu ne' medesimi tempi e fu molto studioso delle cose dell'arte, e
particolarmente mise molto studio e diligenza in fare gli scorti, come si può
vedere in S. Apostolo di Roma nella tribuna dell'altar maggiore, dove in un
fregio tirato in prospettiva, per ornamento di quell'opera sono alcune figure
che colgono uve et una botte, che hanno molto del buono. Ma ciò si vede
più apertamente nell'Ascensione di Gesù Cristo in un coro d'Angeli che lo
conducono in cielo, dove la figura di Cristo scorta tanto bene, che pare che
buchi quella volta; et il simile fanno gl'Angeli, che con diversi movimenti
girano per lo campo di quell'aria. Parimente gl'Apostoli che sono in terra
scortano in diverse attitudini tanto bene, che ne fu allora et ancora è
lodato dagl'artefici che molto hanno imparato dalle fatiche di costui, il
quale fu grandissimo prospettivo, come ne dimostrano i casamenti dipinti
in questa opera, la quale gli fu fatta fare dal cardinale Riario, nipote di
papa Sisto Quarto, dal quale fu molto rimunerato.
Ma tornando a Benozzo, consumato finalmente dagl'anni e dalle fatiche,
d'anni 78 se n'andò al vero riposo nella città di Pisa, abitando in una
casetta che in sì lunga dimora vi si aveva comperata in carraia di S.
Francesco; la qual casa lasciò morendo alla sua figliuola, e con dispiacere
di tutta quella città fu onoratamente sepellito in Camposanto con questo
epitaffio, che ancora si legge:
HIC TUMULUS EST BENOTII FLORENTINI QUI PROXIME HAS PINXIT
HISTORIAS - HUNC SIBI PISANORUM DONAVIT HUMANITAS