Page 587 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fece per ornamento d'un Deposto di croce, XII profeti dal mezzo in su,
grandi quanto il naturale, et a' piedi loro Adamo et Eva a giacere, et il suo
solito pavone, quasi contrasegno delle pitture fatte da lui.
Il medesimo Stefano dipinse in Mantova nella chiesa di S. Domenico alla
porta del Martello, una bellissima Nostra Donna, la testa della quale, per
avere avuto bisogno i padri di murare in quel luogo, hanno con diligenza
posta nel tramezzo della chiesa, alla cappella di S. Orsola, che è della
famiglia de' Recuperati, dove sono alcune pitture a fresco di mano del
medesimo. E nella chiesa di S. Francesco sono, quando si entra a man
destra della porta principale, una fila di cappelle murate già dalla nobil
famiglia della Ramma, in una delle quali è dipinto nella volta, di mano di
Stefano, i quattro Evangelisti a sedere, e dietro alle spalle loro, per campo,
fece alcune spalliere di rosai, con uno intessuto di canne a mandorle e
variati alberi sopra, et altre verdure piene d'uccelli e particolarmente di
pavoni. Vi sono anco alcuni Angeli bellissimi. In questa medesima chiesa
dipinse una S. Maria Maddalena grande quanto il naturale, in una colonna,
entrando in chiesa a man ritta. E nella strada detta Rompilanza della
medesima città, fece a fresco in un frontespizio d'una porta, una Nostra
Donna col Figliuolo in braccio et alcuni Angeli dinanzi a lei in ginocchioni, et
il campo fece d'alberi pieni di frutte. E queste sono l'opere che si truova
esser state lavorate da Stefano, se ben si può credere, essendo vivuto
assai, che ne facesse molte altre. Ma come non ne ho potuto alcun'altra
rinvenire, così né il cognome, né il nome del padre, né il ritratto suo, né
altro particolare. Alcuni affermano che prima che venisse a Firenze, egli fu
discepolo di maestro Liberale, pittore veronese, ma questo non importa,
basta che imparò tutto quello che in lui fu di buono, in Fiorenza da Agnolo
Gaddi.
Fu della medesima città di Verona Aldigieri da Zevio, famigliarissimo de'
signori della Scala, il quale dipinse, oltre a molte altre opere, la sala
grande del palazzo loro, nella quale oggi abita il Podestà, facendovi la
guerra di Gerusalemme, secondo che è scritta da Iosafo. Nella quale opera
mostrò Aldigieri grande animo e giudizio, spartendo nelle facce di quella
sala, da ogni banda, una storia con un ornamento solo, che la ricigne
attorno; nel quale ornamento posa dalla parte di sopra, quasi per fine, un
partimento di medaglie, nelle quali si crede che siano ritratti di naturale
molti uomini segnalati di que' tempi, et in particolare molti di que' signori
della Scala, ma perché non se ne sa il vero, non ne dirò altro. Dirò bene
che Aldigieri mostrò in questa opera d'avere ingegno, giudizio et
invenzione, avendo considerato tutte le cose che si possono in una guerra
d'importanza considerare. Oltre ciò il colorito si è molto bene mantenuto, e
fra molti ritratti di grandi uomini e litterati, vi si conosce quello di Messer