Page 583 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Spagnuolo; e parimente una in San Damiano. In Santa Maria degl'Angeli
dipinse nella cappella piccola, dove morì San Francesco, alcune mezze
figure, grandi quanto il naturale, cioè alcuni compagni di San Francesco et
altri Santi molto vivaci, i quali mettono in mezzo un San Francesco di
rilievo.
Ma fra i detti discepoli di Pietro miglior maestro di tutti fu Andrea Luigi
d'Ascesi, chiamato l'Ingegno, il quale nella sua prima giovanezza concorse
con Raffaello da Urbino sotto la disciplina di esso Pietro, il quale l'adoperò
sempre nelle più importanti pitture che facesse; come fu nell'udienza del
Cambio di Perugia, dove sono di sua mano figure bellissime, in quelle che
lavorò in Ascesi; e finalmente a Roma nella cappella di papa Sisto. Nelle
quali tutte opere diede Andrea tal saggio di sé, che si aspettava che
dovesse di gran lunga trappassare il suo maestro; e certo così sarebbe
stato; ma la fortuna, che quasi sempre agl'alti principii volentieri s'oppone,
non lasciò venire a perfezzione l'Ingegno; perciò che cadendogli un
trabocco di scesa negl'occhi, il misero ne divenne, con infinito dolore di
chiunche lo conobbe, cieco del tutto. Il qual caso dignissimo di
compassione udendo, papa Sisto (come quello che amò sempre i virtuosi)
ordinò che in Ascesi gli fusse ogni anno, durante la vita di esso Andrea,
pagata una provisione da chi là maneggiava l'entrate. E così fu fatto insino
a che egli si morì d'anni ottantasei.
Furono medesimamente discepoli di Pietro, e perugini anch'eglino, Eusebio
S. Giorgio, che dipinse in S. Agostino la tavola de' Magi; Domenico di Paris,
che fece molte opere in Perugia, et attorno per le castella, seguitato da
Orazio suo fratello; parimente Giannicola, che in S. Francesco dipinse in
una tavola Cristo nell'orto e la tavola d'Ogni Santi in S. Domenico, alla
cappella de' Baglioni, e nella cappella del Cambio istorie di S. Giovanni
Battista in fresco. Benedetto Caporali, altrimenti Bitti, fu anch'egli
discepolo di Piero, e di sua mano sono in Perugia sua patria molte pitture.
E nella architettura s'esercitò di maniera che non solo fece molte opere,
ma comentò Vitruvio in quel modo che può vedere ognuno essendo
stampato; nei quali studii lo seguitò Giulio suo figliuolo, pittore perugino.
Ma nessuno di tanti discepoli paragonò mai la diligenza di Pietro, né la
grazia che ebbe nel colorire in quella sua maniera, la quale tanto piacque
al suo tempo, che vennero molti di Francia, di Spagna, d'Alemagna e
d'altre provincie, per impararla. E dell'opere sue si fece come si è detto
mercanzia da molti, che le mandarono in diversi luoghi, inanzi che venisse
la maniera di Michelagnolo, la quale avendo mostro la vera e buona via a
queste arti, l'ha condotte a quella perfezzione che nella Terza seguente
Parte si vedrà. Nella quale si tratterà dell'eccellenza e perfezzione dell'arte,
e si mostrerà agl'artefici che chi lavora e studia continuamente, e non a