Page 581 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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quell'opera solamente sei quadri, dove sono alcuni Santi dipinti da Pietro in
certe nicchie. Dicesi che quando detta opera si scoperse, fu da tutti i nuovi
artefici assai biasimata, e particolarmente perché si era Pietro servito di
quelle figure, che altre volte era usato mettere in opera, dove tentandolo

gl'amici suoi, dicevano che affaticato non s'era e che aveva tralasciato il
buon modo dell'operare, o per avarizia o per non perder tempo. Ai quali
Pietro rispondeva: "Io ho messo in opera le figure altre volte lodate da voi
e che vi sono infinitamente piaciute. Se ora vi dispiacciono e non le lodate,

che ne posso io?". Ma coloro aspramente con sonetti e pubbliche villanie lo
saettavano. Onde egli già vecchio partitosi da Fiorenza e tornatosi a
Perugia, condusse alcuni lavori a fresco nella chiesa di S. Severo,
monastero dell'Ordine di Camaldoli, nel qual luogo aveva Raffaello da

Urbino giovanetto, e suo discepolo, fatto alcune figure, come nella sua vita
si dirà. Lavorò similmente al Montone, alla Fratta et in molti altri luoghi del
contado di Perugia, e particolarmente in Ascesi a S. Maria degl'Angeli, dove
a fresco fece nel muro, dietro alla cappella della Madonna che risponde nel

coro de' frati, un Cristo in croce con molte figure. E nella chiesa di S. Piero,
Badia de' monaci neri in Perugia, dipinse all'altare maggiore in una tavola
grande l'Ascensione con gl'Apostoli abbasso, che guardano verso il cielo.
Nella predella della quale tavola sono tre storie, con molta diligenza

lavorate, cioè i Magi, il battesimo e la Ressurezione di Cristo; la quale tutta
opera si vede piena di belle fatiche, intanto ch'ell'è la migliore di quelle che
sono in Perugia di man di Pietro lavorate a olio. Cominciò il medesimo un
lavoro a fresco di non poca importanza a Castello della Pieve, ma non lo

finì. Soleva Pietro, sì come quello che di nessuno si fidava, nell'andare e
tornare dal detto castello a Perugia, portare quanti danari aveva, sempre
addosso; perché alcuni aspettandolo a un passo, lo rubarono, ma
raccomandandosi egli molto, gli lasciarono la vita per Dio. E dopo,

adoperando mezzi et amici, che pur n'aveva assai, riebbe anco gran parte
de' detti denari che gli erano stati tolti. Ma nondimeno fu per dolore vicino
a morirsi.

Fu Pietro persona di assai poca religione e non se gli poté mai far credere
l'immortalità dell'anima; anzi con parole accomodate al suo cervello di
porfido, ostinatissimamente ricusò ogni buona via. Aveva ogni sua

speranza ne' beni della fortuna, e per danari arebbe fatto ogni male
contratto. Guadagnò molte ricchezze, et in Fiorenza murò e comprò case,
et in Perugia et a Castello della Pieve acquistò molti beni stabili. Tolse per
moglie una bellissima giovane e n'ebbe figliuoli; e si dilettò tanto che ella

portasse leggiadre acconciature, e fuori et in casa, che si dice che egli
spesse volte l'acconciava di sua mano. Finalmente venuto Pietro in
vecchiezza, d'anni LXXVIII finì il corso della vita sua nel Castello della
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