Page 576 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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commodo de' frati. Di là da questo chiostro, a dirittura della porta
principale del convento, era un andito lungo quanto il capitolo e la
camarlingheria e che rispondeva in un altro chiostro maggiore e più bello
che il primo. E tutta questa dirittura, cioè le 40 braccia della loggia del

primo chiostro, l'andito e quella del secondo, facevano un riscontro
lunghissimo e bello, quanto più non si può dire, essendo massimamente
fuor del detto ultimo chiostro e nella medesima dirittura, una viottola
dell'orto lunga braccia dugento. E tutto ciò venendosi dalla principal porta

del convento, faceva una veduta maravigliosa. Nel detto secondo chiostro
era un reffettorio lungo braccia sessanta e largo 18, con tutte quelle
accommodate stanze e, come dicono i frati, officine che a un sì fatto
convento si richiedevano. Di sopra era un dormentorio a guida di T, una

parte del quale, cioè la principale e diritta, la quale era braccia 60, era
doppia, cioè aveva le celle da ciascun lato et in testa in uno spazio di
quindici braccia un oratorio, sopra l'altare del quale era una tavola di mano
di Piero Perugino, e sopra la porta di esso oratorio era un'altra opera in

fresco, come si dirà, di mano del medesimo. Et al medesimo piano, cioè
sopra il capitolo, era una stanza grande dove stavano que' padri a fare le
finestre di vetro, con i fornegli et altri commodi che a cotale esercizio erano
necessarii. E perché mentre visse Pietro, egli fece loro per molte opere i

cartoni, furono i lavori che fecero al suo tempo tutti eccellenti. L'orto poi di
questo convento era tanto bello e tanto ben tenuto, e con tanto ordine le
viti intorno al chiostro e per tutto accommodate, che intorno a Firenze non
si poteva veder meglio. Similmente la stanza dove stillavano, secondo il

costume loro, acque odorifere e cose medicinali aveva tutti quegli agi, che
più e migliori si possono imaginare. Insomma quel convento era de' begli e
bene accomodati che fussero nello stato di Firenze; e però ho voluto farne
questa memoria, e massimamente essendo di mano del nostro Pietro

Perugino la maggior parte delle pitture che vi erano.
Al qual Pietro tornando oramai, dico che dell'opere che fece in detto

convento, non si sono conservate se non le tavole, perché quelle lavorate a
fresco furono per lo assedio di Firenze, insieme con tutta quella fabrica,
gettate per terra, e le tavole portate alla porta a San Piergattolini, dove ai
detti frati fu dato luogo nella chiesa e convento di S. Giovannino. Le due

tavole, adunque, che erano nel sopra detto tramezzo, erano di man di
Piero; et in una era un Cristo nell'orto e gl'Apostoli che dormono, ne' quali
mostrò Pietro quanto vaglia il sonno contra gl'affanni e' dispiaceri,
avendogli figurati dormire in attitudini molto agiate. E nell'altra fece una

Pietà, cioè Cristo in grembo alla Nostra Donna con quattro figure intorno
non men buone che l'altre della maniera sua, e fra l'altre cose fece il detto
Cristo morto così intirizzato, come se e' fusse stato tanto in croce, che lo
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