Page 578 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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pennellate Piero risciacquava il pennello nella catinella, onde era più quello
che nell'acqua rimaneva, che quello che egli aveva messo in opera. Et il
priore, che si vedeva votar il sacchetto et il lavoro non comparire, spesso
spesso diceva: "O quanto oltramarino consuma questa calcina!". "Voi

vedete", rispondeva Pietro. Dopo partito il priore, Pietro cavava
l'oltramarino che era nel fondo della catinella; e quello, quando gli parve
tempo, rendendo al priore, gli disse: "Padre, questo è vostro; imparate a
fidarvi degl'uomini da bene che non ingannano mai chi si fida, ma sì bene

saprebbono, quando volessino, ingannare gli sfiducciati come voi sete". Per
queste dunque et altre molte opere venne in tanta fama Pietro, che fu
quasi sforzato a andare a Siena, dove in S. Francesco dipinse una tavola
grande che fu tenuta bellissima, et in Santo Agostino ne dipinse un'altra

dentrovi un Crucifisso con alcuni Santi. E poco dopo questo, a Fiorenza
nella chiesa di S. Gallo, fece una tavola di S. Girolamo in penitenzia, che
oggi è in S. Iacopo tra' fossi, dove detti frati dimorano, vicino al canto degli
Alberti. Fu fattogli allogazione d'un Cristo morto con S. Giovanni e la

Madonna, sopra le scale della porta del fianco di S. Pier Maggiore, e
lavorollo in maniera che, sendo stato all'acqua et al vento, s'è conservato
con quella freschezza come se pur ora dalla man di Pietro fosse finito.
Certamente i colori furono dalla intelligenza di Pietro conosciuti, e così il

fresco, come l'olio; onde obbligo gli hanno tutti i periti artefici, che per suo
mezzo hanno cognizione de' lumi che per le sue opere si veggono. In S.
Croce in detta città, fece una Pietà col morto Cristo in collo, e due figure
che danno maraviglia a vedere, non la bontà di quelle, ma il suo

mantenersi sì viva e nuova di colori, dipinti in fresco. Gli fu allogato da
Bernardino de' Rossi, cittadin fiorentino, un S. Sebastiano per mandarlo in
Francia, e furono d'accordo del prezzo in cento scudi d'oro; la quale opera
fu venduta da Bernardino al re di Francia quattrocento ducati d'oro. A Valle

Ombrosa dipinse una tavola per lo altar maggiore, e nella Certosa di Pavia
lavorò similmente una tavola a que' frati. Dipinse al cardinal Caraffa di
Napoli nello piscopio allo altar maggiore, una assunzione di Nostra Donna e
gl'Apostoli ammirati intorno al sepolcro. Et all'abbate Simone de' Graziani

al Borgo a S. Sepolcro una tavola grande, la quale fece in Fiorenza, che fu
portata in S. Gilio del Borgo sulle spalle de' facchini con spesa grandissima.
Mandò a Bologna a S. Giovanni in Monte una tavola con alcune figure ritte
et una Madonna in aria, per che talmente si sparse la fama di Pietro per

Italia e fuori, che e' fu da Sisto IIII pontefice, con molta sua gloria condotto
a Roma a lavorare nella cappella in compagnia degli altri artefici eccellenti;
dove fece la storia di Cristo quando dà le chiavi a S. Pietro, in compagnia di
don Bartolomeo della Gatta abate di S. Clemente di Arezzo, e similmente

la natività et il battesimo di Cristo, et il nascimento di Mosè, quando dalla
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