Page 575 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ancora veduto il vero modo di fargli, come si è veduto poi. Dicesi che
Francesco del Pugliese volle dare alle dette monache tre volte tanti danari,
quanti elle avevano pagato a Pietro, e farne far loro una simile a quella, di
mano propria del medesimo, e che elle non vollono acconsentire, perché

Pietro disse che non credeva poter quella paragonare. Erano anco fuor
della porta a' Pinti, nel convento de' frati Gesuiti, molte cose di man di
Pietro; ma perché oggi la detta chiesa e convento sono rovinati, non voglio
che mi paia fatica, con questa occasione, prima che io più oltre in questa

vita proceda, dirne alcune poche cose. Questa chiesa dunque, la quale fu
architettura d'Antonio di Giorgio da Settignano, era longa braccia quaranta
e larga venti; a sommo, per quattro scaglioni, o vero gradi, si saliva a un
piano di braccia sei, sopra il qual era l'altar maggiore con molti ornamenti

di pietre intagliate, e sopra il detto altare era posta con ricco ornamento
una tavola, come si è detto, di mano di Domenico Ghirlandaio. A mezzo la
chiesa era un tramezzo di muro, con una porta traforata dal mezzo in su, la
quale mettevano in mezzo due altari, sopra ciascuno de' quali era, come si

dirà, una tavola di mano di Pietro Perugino, e sopra la detta porta era un
bellissimo Crucifisso di mano di Benedetto da Maiano, messo in mezzo da
una Nostra Donna et un San Giovanni di rilievo. E dinanzi al detto piano
dell'altare maggiore, appoggiandosi a detto tramezzo, era un coro di

legname di noce e d'ordine dorico, molto ben lavorato: e sopra la porta
principale della chiesa era un altro coro che posava sopra un legno armato,
e di sotto faceva palco, o vero soffittato, con bellissimo spartimento e con
un ordine di balaustri che faceva sponda al dinanzi del coro, che guardava

verso l'altar maggiore. Il qual coro era molto commodo per l'ore della notte
ai frati di quel convento, e per fare loro particolare orazioni, e similmente
per i giorni feriali. Sopra la porta principale della chiesa, che era fatta con
bellissimi ornamenti di pietra et aveva un portico dinanzi, in sulle colonne

che copriva in sin sopra la porta del convento, era in un mezzo tondo un S.
Giusto vescovo in mezzo a due Angeli, di mano di Gherardo miniatore,
molto bello; e ciò perché la detta chiesa era intitolata a detto S. Giusto, e
là entro si serbava da que' frati una reliquia, cioè un braccio di esso Santo.

All'entrare di quel convento era un picciol chiostro di grandezza appunto
quanto la chiesa, cioè lungo braccia quaranta e largo venti, gl'archi e volte
del quale che giravano intorno, posava sopra colonne di pietra, che
facevano una spaziosa e molto commoda loggia intorno intorno. Nel mezzo

del cortile di questo chiostro, che era tutto pulitamente e di pietre quadre
lastricato, era un bellissimo pozzo con una loggia sopra, che posava
similmente sopra colonne di pietra e faceva ricco e bello ornamento. Et in
questo chiostro era il capitolo de' frati, la porta del fianco che entrava in

chiesa, e le scale che salivano di sopra al dormentorio, et altre stanze a
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