Page 652 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di cavarne per mezzo di queste fatiche da e' padroni molto più utile che
non fece, intravenendo discordia fra quegli che la facevano fare e Mariotto.
Ma Pietro Perugino, allora vecchio, Ridolfo Ghirlandaio e Francesco
Granacci la stimarono e d'accordo il prezzo di essa opera insieme
acconciarono.
Fece in San Brancazio di Fiorenza in un mezzo tondo la Visitazione di
Nostra Donna; similmente in Santa Trinita lavorò in una tavola la Nostra
Donna, San Girolamo e San Zanobi con diligenza, per Zanobi del Maestro;
et alla chiesa della congregazione de' Preti di San Martino fece una tavola
della Visitazione, molto lodata. Fu condotto al convento de la Quercia fuori
di Viterbo e quivi, poi che ebbe cominciata una tavola, gli venne volontà di
veder Roma, e così in quella condottosi lavorò e finì, a frate Mariano Fetti a
S. Salvestro di Monte Cavallo alla cappella sua, una tavola a olio con San
Domenico, Santa Caterina da Siena che Cristo la sposa, con la Nostra
Donna, con delicata maniera. Et alla Quercia ritornato, dove aveva alcuni
amori, ai quali, per lo desiderio del non gli avere posseduti, mentre che
stette a Roma, volse mostrare ch'era ne la giostra valente, per che fece
l'ultimo sforzo; e come quel che non era né molto giovane né valoroso in
così fatte imprese, fu sforzato mettersi nel letto. Di che, dando la colpa
all'aria di quel luogo, si fé portare a Fiorenza in ceste. E non gli valsero
aiuti né ristori, che di quel male si morì in pochi giorni d'età d'anni 45, et in
San Pier Maggiore di quella città fu sepolto.
De' disegni di mano di costui ne sono nel nostro libro di penna e di chiaro e
scuro alcuni molto buoni e particolarmente una scala a chiocciola difficile
molto, che bene l'intendea, tirata in prospettiva.
Ebbe Mariotto molti discepoli fra' quali fu Giuliano Bugiardini, il Francia
Bigio, fiorentini, et Innocenzio da Imola, de' quali a suo luogo si parlerà.
Parimente Visino pittor fiorentino fu suo discepolo e migliore di tutti questi
per disegno, colorito e diligenzia e per una miglior maniera, che mostrò
nelle cose che e' fece, condotte con molta diligenza. Et ancor che in
Fiorenzia ne siano poche, ciò si può vedere oggi in casa di Giovambattista
di Agnol Doni in un quadro d'una spera colorito a olio a uso di minio, dove
sono Adamo et Eva ignudi che mangiano il pomo, cosa molto diligente; et
un quadro d'un Cristo deposto di croce insieme coi ladroni, dove è uno
intrigamento bene inteso di scale, quivi alcuni aiutano a dipor Cristo, et
altri in sulle spalle portono un ladrone alla sepoltura, con molte varie e
capricciose attitudini e varietà di figure atte a quel suggetto, le quale
mostrano che egli era valent'uomo; il medesimo fu da alcuni mercanti
fiorentini condotto in Ungheria dove fece molte opere e vi fu stimato assai.
Ma questo povero uomo fu per poco a rischio di capitarvi male, perché