Page 647 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Contemplanti, la quale s'è conservata in casa del Magnifico Messer
Ottaviano de' Medici et oggi è stata da Messer Alessandro suo figliuolo
messa in una cappella in casa con molti ornamenti, tenendola carissima
per memoria di fra' Bartolomeo e perché egli si diletta infinitamente della

pittura. Nel noviziato di San Marco nella cappella una tavola della
Purificazione molto vaga e con disegno condusse a buon fine. Et a Santa
Maria Maddalena, luogo di detti frati, fuor di Fiorenza, dimorandovi per suo
piacere, fece un Cristo et una Maddalena; e per il convento alcune cose

dipinse in fresco. Similmente lavorò in fresco uno arco sopra la foresteria di
San Marco, et in questo dipinse Cristo con Cleofas e Luca, dove ritrasse fra'
Niccolò della Magna, quando era giovane, il quale poi arcivescovo di
Capova et ultimamente fu cardinale. Cominciò in San Gallo una tavola, la

quale fu poi finita da Giuliano Bugiardini, oggi allo altar maggiore di San
Iacopo fra' Fossi, al canto agli Alberti. Similmente un quadro del ratto di
Dina, il quale è appresso Messer Cristofano Rinieri, che dal detto Giuliano
fu poi colorito, dove sono e casamenti et invenzioni molto lodati.

Gli fu da Piero Soderini allogata la tavola della sala del consiglio, che di
chiaro oscuro da lui disegnata ridusse in maniera ch'era per farsi onore

grandissimo. La quale è oggi in San Lorenzo, alla cappella del Magnifico
Ottaviano de' Medici, onoratamente collocata, così imperfetta, nella quale
sono tutti e' protettori della città di Fiorenza, e que' Santi che nel giorno
loro la città ha aute le sue vittorie; dov'è il ritratto d'esso fra' Bartolomeo

fattosi in uno specchio. Perché avendola cominciata e disegnata tutta,
avvenne che, per il continuo lavorare sotto una finestra, il lume di quella a
dosso percotendogli, da quel lato tutto intenebrato restò, non potendosi
muovere punto. Onde fu consigliato che andasse al bagno a San Filippo,

essendogli così ordinato da' medici; dove dimorato molto, pochissimo per
questo migliorò. Era fra' Bartolomeo delle frutte amicissimo et alla bocca
molto gli dilettavano, benché alla salute dannosissime gli fossero. Perché
una mattina avendo mangiato molti fichi, oltra il male ch'egli aveva, gli

sovragiunse una grandissima febbre; la quale in quattro giorni gli finì il
corso della vita, d'età d'anni 48, onde egli con buon conoscimento rese
l'anima al cielo. Dolse agli amici suoi et a' frati particolarmente la morte di
lui, i quali in S. Marco nella sepoltura loro gli diedero onorato sepolcro,

l'anno 1517, alli otto di ottobre. Era dispensato ne' frati che in coro a ufficio
nessuno non andasse; ed il guadagno dell'opere sue veniva al convento,
restandogli in mano danari per colori e per le cose necessarie del
dipignere. Lasciò discepoli suoi Cecchino del Frate, Benedetto Cianfanini,

Gabriel Rustici, e fra' Paolo Pistolese, al quale rimasero tutte le cose sue,
fece molte tavole e quadri con que' disegni dopo la morte sua, e ne sono in
San Domenico di Pistoia tre et una a Santa Maria del Sasso in Casentino.
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