Page 642 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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pigliarlo e metterlo nelle forze della giustizia, per le sedizioni che aveva
fatte in quella città. Il che vedendo, gli amici del frate si ragunarono essi
ancora, in numero più di cinquecento, e si rinchiusero dentro in San Marco;
e Baccio insieme con esso loro, per la grandissima affezzione che egli

aveva a quella parte. Vero è che essendo pure di poco animo anzi troppo
timido e vile, sentendo poco appresso dare la battaglia al convento e ferire
et uccidere alcuni, cominciò a dubitare fortemente di se medesimo. Per il
che fece voto, se e' campava da quella furia, di vestirsi subito l'abito di

quella religione et interamente poi lo osservò. Conciò sia che finito il
rumore e preso e condannato il frate alla morte, come gli scrittori delle
storie più chiaramente racontano, Baccio andatosene a Prato si fece frate
in S. Domenico di quel luogo, secondo che si trova scritto nelle cronache di

quel convento, a dì 26 di luglio 1500, e l'anno dopo fece professione in
quello stesso convento dove si fece frate, con grandissimo dispiacere di
tutti gli amici suoi, che infinitamente si dolsero di averlo perduto e
massime per sentire che egli aveva postosi in animo di non attendere più

alla pittura. Laonde Mariotto Albertinelli, amico e compagno suo, a' preghi
di Gerozzo Dini prese le robbe da fra' Bartolomeo, che così lo chiamò il
priore nel vestirgli l'abito, e l'opra dell'ossa di Santa Maria Nuova condusse
a fine, dove ritrasse di naturale lo spedalingo che era allora et alcuni frati

valenti in cerusia, e Gerozzo che la faceva fare e la moglie interi nelle
faccie dalle bande ginochioni; et in uno ignudo che siede ritrasse Giuliano
Bugiardini suo creato giovane, con una zazzera come si costumava allora,
che i capegli si conteriano a uno a uno tanto son diligenti; ritrassevi se

stesso ancora, che è una testa in zazzera d'uno che esce d'un di quegli
sepolcri; èvvi ritratto in quell'opera anche fra' Giovanni da Fiesole pittore,
del quale aviàno descritto la vita, che è nella parte de' beati.

Quest'opera fu lavorata e da fra' Bartolomeo e da Mariotto in fresco tutta,
che s'è mantenuta e si mantiene benissimo, et è tenuta dagli artefici in
pregio perché in quel genere si può far poco più. Ma essendo fra'

Bartolomeo stato in Prato molti mesi, fu poi da' sua superiori messo
conventuale in San Marco di Fiorenza; e gli fu fatto da que' frati per le virtù
sua molte carezze.

Aveva Bernardo del Bianco fatto far nella badia di Fiorenza in que' dì una
cappella di macigno intagliata molto ricca e bella col disegno di Benedetto
da Rovezzano la quale fu et è ancora oggi molto stimata per una ornata e

varia opera, nella quale Benedetto Buglioni fece di terra cotta invetriata in
alcune nichie figure et Angeli, tutte tonde, per finimento, e fregii pieni di
Cherubini e d'imprese del Bianco; e dessiderando mettervi drento una

tavola che fussi degna di quello ornamento, messesi in fantasia che fra'
Bartolomeo sarebbe il proposito, et operò tutti que' mezzi amici che
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