Page 641 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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volte fa la natura nascere un buono ingegno et uno [art]efice mansueto
che anche in qualche tempo di quiete e di bontà non lo provegga come
fece a Baccio, il quale, come si dirà di sotto, gli riuscì quello che egli
desiderava, che sparsosi l'esser lui non men buono che valente, si divulgò
talmente il suo nome, che da Gerozzo di Monna Venna Dini gli fu fatta
allogazione d'una cappella nel Cimiterio, dove sono l'ossa de' morti nello
spedale di Santa Maria Nuova, e cominciovvi un Giudizio a fresco, il quale
condusse con tanta diligenza e bella maniera in quella parte che finì che,
acquistandone grandissima fama, oltra quella che aveva, molto fu
celebrato per aver egli con bonissima considerazione espresso la gloria del
Paradiso e Cristo con i dodici Apostoli giudicare le dodici tribù, le quali con
bellissimi panni sono morbidamente colorite. Oltra che si vede nel disegno,
che restò a finirsi, queste figure che sono ivi tirate all'Inferno, la
disperazione, il dolore e la vergogna della morte eterna, così come si
conosce la contentezza e la letizia, che sono in quelle che si salvano,
ancora che questa opera rimanesse imperfetta, avendo egli più voglia
d'attendere alla religione che alla pittura. Perché trovandosi in questi tempi
in San Marco fra' Girolamo Savonarola da Ferrara, dell'ordine de'
Predicatori, teologo famosissimo, e continovando Baccio la udienza delle
prediche sue, per la devozione che in esso aveva, prese strettissima pratica
con lui e dimorava quasi continuamente in convento avendo anco con gli
altri frati fatto amicizia.
Avenne che continovando fra' Ieronimo le sue predicazioni e gridando ogni
giorno in pergamo che le pitture lascive e le musiche e' libri amorosi spesso
inducono gli animi a cose mal fatte, fu persuaso che non era bene tenere in
casa, dove son fanciulle, figure dipinte di uomini e donne ignude, per il che
riscaldati i popoli dal dir suo il carnovale seguente, che era costume della
città far sopra le piazze alcuni capannucci di stipa et altre legne, e la sera
del martedì per antico costume arderle queste con balli amorosi, dove presi
per mano uno uomo et una donna giravano cantando intorno certe ballate,
fé sì fra' Ieronimo che quel giorno si condusse a quel luogo tante pitture e
scolture ignude molte di mano di Maestri eccellenti, e parimente libri, liuti
e canzonieri che fu danno grandissimo, ma particolare della pittura, dove
Baccio portò tutto lo studio de' disegni che egli aveva fatto degli ignudi, e
lo imitò anche Lorenzo di Credi e molti altri, che avevon nome di piagnoni;
là dove non andò molto per l'affezzione che Baccio aveva a fra' Ieronimo
che fece in un quadro el suo ritratto che fu bellissimo, il quale fu portato
allora a Ferrara e di lì non è molto che gli è tornato in Fiorenza nella casa
di Filippo di Alamanno Salviati, il quale per esser di mano di Baccio l'ha
carissimo.
Avvenne poi che un giorno si levarono le parti contrarie a fra' Girolamo per