Page 637 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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dar principio alla grandissima e terribilissima fabrica di San Pietro, ne fece
rovinare la metà e postovi mano con animo che di bellezza, arte,
invenzione et ordine, così di grandezza, come di ricchezza e d'ornamento
avessi a passare tutte le fabbriche che erano state fatte in quella città
dalla potenzia di quella Republica e dall'arte et ingegno di tanti valorosi
maestri; con la solita prestezza la fondò et in gran parte innanzi alla morte
del Papa e sua, la tirò alta fino a la cornice, dove sono gli archi a tutti i
quattro pilastri e voltò quegli con somma prestezza et arte. Fece ancora
volgere la cappella principale, dove è la nicchia, attendendo insieme a far
tirare inanzi la cappella che si chiama del re di Francia.
Egli trovò in tal lavoro il modo del buttar le volte con le casse di legno, che
intagliate vengano co' suoi fregi e fogliami di mistura di calce; e mostrò
negli archi, che sono in tale edificio, il modo del voltargli con i ponti
impiccati, come abbiamo veduto seguitare poi con la medesima invenzione
da Anton da San Gallo. Vedesi in quella parte, ch'è finita di suo, la cornice
che rigira attorno di dentro correre in modo, con grazia, che il disegno di
quella non può nessuna mano meglio in essa levare e sminuire. Si vede ne'
suoi capitegli, che sono a foglie di ulivo di dentro, et in tutta l'opera dorica
di fuori stranamente bellissima, di quanta terribilità fosse l'animo di
Bramante; che in vero s'egli avesse avuto le forze eguali allo ingegno, di
che aveva adorno lo spirito, certissimamente avrebbe fatto cose inaudite
più che non fece. Perché oggi questa opera, come si dirà a' suoi luoghi, è
stata dopo la morte sua molto travagliata dagli architettori; e talmente che
si può dire che da quattro archi in fuori che reggono la tribuna non vi sia
rimasto altro di suo, perché Raffaello da Urbino e Giuliano da San Gallo
essecutori, doppo la morte di Giulio II, di quella opera, insieme con fra'
Giocondo veronese, vollon cominciare ad alterarla e doppo la morte di
questi, Baldassarri Peruzzi, facendo nella crociera verso Camposanto la
cappella del re di Francia, alterò quell'ordine; e sotto Paulo III Antonio da
San Gallo lo mutò tutto; e poi Michelagnolo Buonaroti ha tolto via le tante
openioni e spese superflue, riducendolo a quella bellezza e perfezzione che
nessuno di questi ci pensò mai, venendo tutto dal disegno e giudizio suo,
ancora ch'egli dicesse a me parechie volte che era esecutore del disegno et
ordine di Bramante, atteso che coloro che piantano la prima volta uno
edifizio grande, sono quegli gli autori.
Apparve smisurato il concetto di Bramante in questa opera e gli diede un
principio grandissimo, il quale se nella grandezza di sì stupendo e
magnifico edifizio avesse cominciato minore, non valeva, né al San Gallo
né agli altri, né anche al Buonaruoto il disegno per acrescerlo come e' valse
per diminuillo, perché Bramante aveva concetto di fare magior cosa. Dicesi
che egli aveva tanta la voglia di vedere questa fabrica andare innanzi, che