Page 635 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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antiquario delle statue antiche con l'ordine delle nicchie e nel suo tempo vi
si messe il Laoconte, statua antica rarissima, e lo Apollo e la Venere; ché
poi il resto delle statue furon poste da Leone X, come il Tevere e 'l Nilo e la
Cleopatra, e da Clemente VII alcune altre, e nel tempo di Paulo III e di
Giulio III fattovi molti acconcimi d'importanzia con grossa spesa.
E tornando a Bramante, s'egli non avessi avuto i suoi ministri avari egli era
molto spedito et intendeva maravigliosamente la cosa del fabricare; e
questa muraglia di belvedere fu da lui con grandissima prestezza condotta
et era tanta la furia di lui che faceva e del papa, che aveva voglia che tali
fabriche non si murassero, ma nascessero, che i fondatori portavano di
notte la sabbia et il pancone fermo della terra, e la cavavano di giorno in
presenza a Bramante; perch'egli senza altro vedere faceva fondare. La
quale inavvertenza fu cagione che le sue fatiche sono tutte crepate e
stanno a pericolo di ruinare come fece questo medesimo corridore, del
quale un pezzo di braccia ottanta ruinò a terra al tempo di Clemente VII e
fu rifatto poi da Papa Paulo III et egli ancora lo fece rifondare e
ringrossare.
Sono di suo in belvedere molte altre salite di scale variate secondo i luoghi
suoi alti e bassi, cosa bellissima con ordine dorico, ionico e corinzio, opera
condotta con somma grazia. Et aveva di tutto fatto un modello, che dicono
essere stato cosa maravigliosa, come ancora si vede il principio di tale
opera così imperfetta. Fece oltra questo una scala a chiocciola su le
colonne che salgono, sì che a cavallo vi si cammina, nella quale il dorico
entra nello ionico e così nel corinzio, e de l'uno salgono ne l'altro: cosa
condotta con somma grazia e con artifizio certo eccellente; la quale non gli
fa manco onore che cosa che sia quivi di man sua. Questa invenzione è
stata cavata da Bramante de San Niccolò di Pisa, come si disse nella vita di
Giovanni e Niccola Pisani. Entrò Bramante in capriccio di fare in belvedere,
in un fregio nella facciata di fuori, alcune lettere a guisa di ieroglifi antichi,
per dimostrare magiormente l'ingegno ch'aveva e per mettere il nome di
quel Pontefice e 'l suo, et aveva così cominciato: "Iulio II Pont. Massimo" et
aveva fatto fare una testa in profilo di Iulio Cesare, e con dua archi un
ponte che diceva: "Iulio II Pont.", et una aguglia del circolo Massimo per
"Max." di che il Papa si rise e gli fecie fare le lettere d'un braccio che ci
sono oggi alla antica, dicendo che l'aveva cavata questa scioccheria da
Viterbo sopra una porta dove un maestro Francesco architettore messe il
suo nome in uno architrave intagliato così che fece un San Francesco, un
arco, un tetto et una torre che rilevando diceva, a modo suo: "Maestro
Francesco architettore".
Volevagli il Papa per amor della virtù sua della architettura gran bene; per