Page 631 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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stritolarsi per terra. Aveva paura grandissima de le saette, e quando e'
tonava straordinariamente, si inviluppava nel mantello e serrato le finestre
e l'uscio della camera, si recava in un cantone finché passasse la furia.
Nel suo ragionamento era tanto diverso e vario, che qualche volta diceva sì
belle cose che faceva crepar dalle risa altrui. Ma per la vecchiezza vicino
già ad anni 80, era fatto sì strano e fantastico che non si poteva più seco.
Non voleva che i garzoni gli stessino intorno, di maniera che ogni aiuto per
la sua bestialità gli era venuto meno. Venivagli voglia di lavorare e per il
parletico non poteva. Et entrava in tanta collera che voleva sgarare le
mani, che stessino ferme, e mentre che e' borbotava, o gli cadeva la mazza
da poggiare, o veramente i pennelli, che era una compassione. Adiravasi
con le mosche, e gli dava noia infino a l'ombra; e così ammalatosi di
vecchiaia e visitato pure da qualche amico, era pregato che dovesse
acconciarsi con Dio. Ma non li pareva avere a morire, e tratteneva altrui
d'oggi in domane. Non che e' non fussi buono e non avessi fede, ché era
zelantissimo, ancora che nella vita fusse bestiale. Ragionava qualche volta
de' tormenti che per i mali fanno distruggere i corpi e quanto stento patisce
chi consumando gli spiriti a poco a poco si muore, il che è una gran
miseria. Diceva male de' medici, degli speziali e di coloro che guardano gli
ammalati, e che gli fanno morire di fame; oltra i tormenti degli sciloppi,
medicine, cristieri et altri martorii, come il non essere lasciato dormire,
quando tu hai sonno, il fare testamento, il veder piagnere i parenti e lo
stare in camera al buio; e lodava la giustizia, che era così bella cosa
l'andare a la morte; e che si vedeva tanta aria e tanto popolo, che tu eri
confortato con i confetti e con le buone parole; avevi il prete et il popolo,
che pregava per te; e che andavi con gli Angeli in paradiso; che aveva una
gran sorte, chi n'usciva a un tratto. E faceva discorsi e tirava le cose a' più
strani sensi che si potesse udire. Laonde per sì strane sue fantasie vivendo
stranamente si condusse a tale, che una mattina fu trovato morto appiè
d'una scala, l'anno MDXXI; et in San Pier Maggiore gli fu dato sepoltura.
Molti furono i discepoli di costui, e fra gli altri Andrea del Sarto, che valse
per molti. Il suo ritratto, s'è avuto da Francesco da S. Gallo che lo fece
mentre Piero era vecchio, come molto suo amico e domestico; il qual
Francesco ancora ha di mano di Piero (ché non la debbo passare) una testa
bellissima di Cleopatra, con uno aspido avvolto al collo, e dua ritratti, l'uno
di Giuliano suo padre, l'altro di Francesco Giamberti, suo avolo, che paion
vivi.