Page 627 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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cosa che riusciva molto ricca e bella, et aveva insieme del grande e dello
ingegnoso. E certo era cosa molto bella a vedere, di notte, venticinque o
trenta coppie di cavalli richissimamente abigliati co' lor signori travestiti
secondo il suggetto della invenzione, sei o otto staffieri per uno vestiti
d'una livrea medesima con le torcie in mano, che tal volta passavano il
numero di 400, et il carro poi, o trionfo pieno di ornamenti, o di spoglie e
bizzarissime fantasie, cosa che fa assotigliare gli ingegni e dà gran piacere
e satisfazione a' popoli. Fra questi, che assai furono et ingegnosi mi piace
toccare brevemente d'uno, che fu principale invenzione di Piero già maturo
di anni, e non come molti piacevole per la sua vaghezza, ma per il
contrario per una strana et orribile et inaspettata invenzione di non piccola
satisfazione a' popoli, che come ne' cibi tal volta le cose agre, così in quelli
passatempi le cose orribili pur che sieno fatte con giudizio et arte, dilettano
maravigliosamente il gusto umano, cosa che aparisce nel recitare le
tragedie: questo fu il carro della morte da lui segretissimamente lavorato
alla sala del papa, che mai se ne potette spiare cosa alcuna ma fu veduto
e saputo in un medesimo punto. Era il trionfo un carro grandissimo tirato
da bufoli tutto nero e dipinto di ossa di morti, e di croci bianche, e sopra il
carro era una morte grandissima in cima con la falce in mano, et aveva in
giro al carro molti sepolcri col coperchio, et in tutti que' luoghi che il trionfo
si fermava a cantare s'aprivano et uscivano alcuni vestiti di tela nera, sopra
la quale erano dipinte tutte le ossature di morto nelle braccia, petto, rene
e gambe, che il bianco sopra quel nero, et aparendo di lontano alcune di
quelle torcie con maschere che pigliavano col teschio di morto il dinanzi e 'l
dirieto e parimente la gola, oltra al parere cosa naturalissima era orribile e
spaventosa a vedere. E questi morti al suono di certe trombe sorde, e con
suon roco e morto, uscivano mezzi di que' sepolcri, e sedendovi sopra
cantavano in musica piena di malenconia quella oggi nobilissima canzone:
Dolor, pianto e penitenzia, etc.
Era inanzi et adrieto al carro gran numero di morti a cavallo, sopra certi
cavagli con somma diligenzia scelti de' più secchi e più strutti che si
potessino trovare con covertine nere piene di croci bianche, e ciascuno
aveva 4 staffieri vestiti da morti con torce nere et uno stendardo grande
nero con croci et ossa e teste di morto. Appresso al trionfo si strassinava
10 stendardi neri, e mentre caminavano con voce tremanti et unite diceva
quella compagnia il Miserere, psalmo di Davit.
Questo duro spettacolo per la novità, come ho detto, e terribilità sua,
misse terrore e maraviglia insieme in tutta quella città, e se bene non