Page 622 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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hanno in loro una buona maniera e vaghezza, e pratica di maestro) non gli
arebbano arecato fra gli artefici quel nome, che hanno l'eccellentissime
opere sue. È quest'arte tanto dificile et ha tanti capi, che uno artefice bene
spesso non li può tutti fare perfettamente; perché molti sono che hanno

disegnato divinamente, e nel colorire hanno avuto qualche imperfezzione,
altri hanno colorito maravigliosamente, e non hanno disegnato alla metà;
questo nasce tutto dal giudizio e da una pratica che si piglia da giovane chi
nel disegno e chi sopra i colori. Ma perché tutto s'impara per condurre

l'opere perfette nella fine, il quale è il colorire con disegno tutto quel che si
fa, per questo il Coreggio merita gran lode avendo conseguito il fine della
perfezione ne l'opere, che egli a olio et a fresco colorì; come nella
medesima città nella chiesa de' frati de' Zoccoli di S. Francesco, che vi

dipinse una Nunziata in fresco tanto bene, che accadendo per aconcime di
quel luogo, rovinarla, feciono que' frati ricingere il muro atorno con legnami
armati di ferramenti, e tagliandolo a poco a poco la salvorono, et in un
altro loco più sicuro fu murata da loro nel medesimo convento. Dipinse

ancora sopra una porta di quella città una Nostra Donna, che ha il Figliuolo
in braccio, ch'è stupenda cosa a vedere il vago colorito in fresco di questa
opera, dove ne ha riportato da forestieri viandanti, che non hanno visto
altro di suo, lode et onore infinito. In S. Antonio ancora di quella città

dipinse una tavola, nella qual è una Nostra Donna e S. Maria Madalena, et
apresso vi è un putto, che ride, che tiene a guisa di Angioletto un libro in
mano, il quale par che rida tanto naturalmente, che muove a riso chi lo
guarda, né lo vede persona di natura malinconica che non si rallegri; èvvi

ancora un S. Girolamo, ed è colorita di maniera sì maravigliosa e stupenda,
che i pittori ammirano quella per colorito mirabile, e che non si possa quasi
dipignere meglio. Fece similmente quadri et altre pitture per Lombardia a
molti signori; e fra l'altre cose sue, due quadri in Mantova al duca Federigo

II, per mandare a lo imperatore, cosa veramente degna di tanto principe.
Le quali opere vedendo Giulio Romano, disse non aver mai veduto colorito
nessuno ch'aggiugnesse a quel segno: l'uno era una Leda ignuda, e l'altro
una Venere, sì di morbidezza colorito e d'ombre di carne lavorate, che non

parevano colori ma carni; era in una un paese mirabile, né mai lombardo fu
che meglio facesse queste cose di lui, et oltra di ciò, capegli sì leggiadri di
colore e con finita pulitezza sfilati e condotti, che meglio di quegli non si
può vedere. Eranvi alcuni amori, che de le saette facevano prova su una

pietra, quelle d'oro e di piombo, lavorati con bello artificio, e, quel che più
grazia donava alla Venere, era una acqua chiarissima e limpida, che
correva fra alcuni sassi e bagnava i piedi di quella e quasi nessuno ne
ocupava. Onde nello scorgere quella candidezza con quella dilicatezza,

faceva agl'occhi compassione nel vedere. Perché certissimamente Antonio
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