Page 618 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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col quale tiene la testa mozza di Golia. L'altra è una testona maggiore,
ritratta di naturale, che tiene in mano una beretta rossa da comandatore,
con un bavero di pelle, e sotto uno di que' saioni a l'antica: questo si
pensa, che fusse fatto per un generale di esserciti. La terza è d'un putto,

bella quanto si può fare con certi capelli a uso di velli, che fan conoscere
l'eccellenza di Giorgione e non meno l'affezzione del grandissimo patriarca,
che gli ha portato sempre a la virtù sua, tenendole carissime e
meritamente. In Fiorenza è di man sua in casa de' figliuoli di Giovan

Borgherini, il ritratto d'esso Giovanni quando era giovane in Venezia, e nel
medesimo quadro il maestro che lo guidava, che non si può veder in due
teste né miglior macchie di color di carne, né più bella tinta di ombre. In
casa Anton de' Nobili è un'altra testa d'un capitano armato, molto vivace e

pronta, di qual dicano esser un de' capitani, che Consalvo Ferrante menò
seco a Venezia, quando visitò il doge Agostino Barberigo, nel qual tempo si
dice, che ritrasse il gran Consalvo armato, che fu cosa rarissima e non si
poteva vedere pittura più bella che quella, e che esso Consalvo se ne la

portò seco. Fece Giorgione molti altri ritratti, che sono sparsi in molti luoghi
per Italia bellissimi, come ne può far fede quello di Lionardo Loredano,
fatto da Giorgione quando era doge, da me visto in mostra per un'Assensa,
che mi parve veder vivo quel serenissimo principe, oltra che ne è uno in

Faenza, in casa Giovanni da Castel Bolognese, intagliatore di camei e
cristalli, ecc., che è fatto per il suocero suo, lavoro veramente divino,
perché vi è una unione sfumata ne' colori, che pare di rilievo più che
dipinto.

Dilettossi molto del dipignere in fresco, e fra molte cose che fece, egli
condusse tutta una facciata di Ca' Soranzo in su la piazza di San Polo. Ne la

quale, oltra molti quadri e storie et altre sue fantasie, si vede un quadro
lavorato a olio in su la calcina, cosa che ha retto all'acqua, al sole et al
vento, e conservatasi fino a oggi. Ècci ancora una primavera, che a me
pare delle belle cose che e' dipignesse in fresco, ed è gran peccato, che il

tempo l'abbia consumata sì crudelmente. Et io per me non trovo cosa che
nuoca più al lavoro in fresco, che gli scirocchi, e massimamente vicino a la
marina, dove portono sempre salsedine con esso loro. Seguì in Venezia,
l'anno 1504, al ponte del Rialto un fuoco terribilissimo nel Fondaco de'

tedeschi, il quale lo consumò tutto, con le mercanzie e con grandissimo
danno de' mercatanti: dove la Signoria di Venezia ordinò di rifarlo di nuovo,
e con maggior commodità di abituri e di magnificenza e d'ornamento e
bellezza fu speditamente finito, dove, essendo cresciuto la fama di

Giorgione, fu consultato et ordinato da chi ne aveva la cura, che Giorgione
lo dipingesse in fresco di colori, secondo la sua fantasia, purché e'
mostrasse la virtù sua e che e' facesse un'opera eccellente, essendo ella
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