Page 614 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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pigliare, il cassiere gli volse dare certi cartocci di quattrini; et egli non li
volse pigliare, rispondendogli: "Io non sono dipintore da quattrini". Essendo
incolpato d'aver giuntato da Piero Soderini fu mormorato contra di lui; per
che Lionardo fece tanto con gli amici suoi, che ragunò i danari e portolli per

ristituire, ma Piero non li volle accettare.
Andò a Roma col duca Giuliano de' Medici nella creazione di papa Leone,

che attendeva molto a cose filosofiche e massimamente alla alchimia, dove
formando una pasta di una cera, mentre che caminava faceva animali
sottilissimi pieni di vento, ne i quali soffiando, gli faceva volare per l'aria;
ma cessando il vento, cadevano in terra. Fermò in un ramarro, trovato dal

vignaruolo di Belvedere, il quale era bizzarrissimo, di scaglie di altri ramarri
scorticate, ali a dosso con mistura d'argenti vivi, che nel moversi quando
caminava tremavano; e fattogli gl'occhi, corna e barba, domesticatolo e
tenendolo in una scatola, tutti gli amici ai quali lo mostrava, per paura

faceva fuggire. Usava spesso far minutamente digrassare e purgare le
budella d'un castrato, e talmente venir sottili, che si sarebbono tenuto in
palma di mano. Et aveva messo in un'altra stanza un paio di mantici da
fabbro, ai quali metteva un capo delle dette budella, e gonfiandole ne

riempieva la stanza, la quale era grandissima, dove bisognava che si
recasse in un canto chi v'era, mostrando quelle trasparenti e piene di
vento, dal tenere poco luogo in principio, esser venute a occuparne molto,
aguagliandole alla virtù. Fece infinite di queste pazzie, et attese alli

specchi; e tentò modi stranissimi nel cercare olii per dipignere e vernice
per mantenere l'opere fatte. Fece in questo tempo per Messer Baldassarri
Turini da Pescia che era datario di Leone, un quadretto di una Nostra
Donna col Figliuolo in braccio con infinita diligenzia et arte. Ma, o sia per

colpa di chi lo ingessò o pur per quelle sue tante e capricciose misture delle
mestiche e de' colori, è oggi molto guasto. Et in un altro quadretto ritrasse
un fanciulletto, che è bello e grazioso a maraviglia, che oggi sono tutti e
due in Pescia appresso a Messer Giulio Turini. Dicesi, che essendogli

allogato una opera dal Papa, subito cominciò a stillare olii et erbe per far la
vernice; perché fu detto da papa Leone: "Oimè costui non è per far nulla,
da che comincia a pensare alla fine innanzi il principio dell'opera". Era
sdegno grandissimo fra Michele Agnolo Buonaroti e lui; per il che partì di

Fiorenza Michelagnolo per la concorrenza, con la scusa del duca Giuliano,
essendo chiamato dal Papa per la facciata di S. Lorenzo. Lionardo
intendendo ciò partì, et andò in Francia, dove il re avendo avuto opere sue,
gli era molto affezzionato; e desiderava ch'e' colorisse il cartone della S.

Anna; ma egli, secondo il suo costume, lo tenne gran tempo in parole.
Finalmente venuto vecchio, stette molti mesi ammalato; e vedendosi vicino
alla morte, si volse diligentemente informare de le cose catoliche e della
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